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 Fine-tuning dei profili per stampa. Colori critici
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MarcStallo
Junior Member

Switzerland
34 Posts

Postato - 23/05/2011 :  17:13:53  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Ho letto attentamente per più volte l'articolo di Michele Volpicella "Fine-tuning dei profili per stampa: un metodo iterativo" ma c'è qualcosa che mi sfugge sulla definizione dei "colori critici" e con quale metodo o procedura vengono individuati.

All'inizio dell'articolo si citano gli errori medi molto limitati (delta E medi tra i 0.45-0.60) ottenuti con PM5 e MP nella creazione di profili ma l'autore ci mette in guardia dal fatto che queste medie possono nascondere al loro interno dei valori singoli molto più alti e di come alcuni SW tra cui Argyll siano in grado di creare "successivi target dei colori critici e quindi di ridurre l'errore relativo alle zone di tali targets".

Dalla primissima parte dell'articolo quindi mi par di capire che per "colori critici" si intende quelli con un delta E superiore ad un limite fissato ottenuti con un qualche metodo di validazione del primo profilo carta/stampante.

Prima domanda:
Dato un profilo carta/stampante come posso ottenere il Delta E medio e i Delta E delle singole patch al fine di individuare i "colori critici" per creare il secondo target?

Al punto 3 dell'articolo dove si descrive il metodo iterativo troviamo queste due affermazioni:

2. produrre un secondo target sulla base del primo, ottimizzato sui colori "critici", stamparlo e misurarlo.

Ma poi il criterio per creare questo secondo target diventa più vago ed i colori critici scompaiono per lasciare il posto a delle non ben chiare "necessità specifiche" (perchè dovremo identificare il target aggiuntivo da stampare sulla base delle nostre necessità specifiche).

Nella fattispecie si tratta di ottimalizzare il BN lasciando perdere gli altri colori e l'obiettivo finale è quello di stampare il 51 gray-steps di QTR con valori a e b inferiori ad 1 assoluto.

Ma tutto questo bisognerebbe ottenerlo partendo dai quelle patches del primo target che risultano avere un Delta E superiore al limite fissato.

Ma non sono così sicuro che questo sia il metodo utilizzato dall'autore che rimane vago quando afferma "fondamentale lavorare anche nell'intorno dei punti sperimentali, per creare una matrice sperimentale con un determinante significativo" oppure laddove si dice "Ho quindi creato un piccolo foglio Excel che crea e organizza le coordinate Lab dei colori desiderati e che crea inoltre un reticolo di punti intorno a dette patch"

Cosa si intende per punti sperimentali o colori desiderati?Sono le patches del primo target con Delta E alto?

Forse mi sbaglio ma ho il dubbio che l'approccio seguito dall'autore sia leggermente diverso e che la costruzione del secondo target si basi sì su punti sperimentali ma non direttamente collegati ai colori critici ma piuttosto facciano parte di un gradiente 3D attorno all'asse del grigio i cui punti sono distribuiti uniformemente secondo un reticolo le cui dimensioni sono decise dall'autore.

L'uniformità della distribuzione la si può desumere dall'immagine del Color Worksheet di ColorThink dove i valori L aumentano di 5 unità ad ogni passo.

Con questo metodo sicuramente si va ad aumentare la densità di punti attorno all'asse del grigio rispetto al primo target ma non si tiene conto dei risultati positivi ottenuti con il precedente profilo.

In effetti per alcune patches i risultati peggiorano nel secondo profilo (vedi step 4,6,8,52).

In pratica il gradiente così creato è universale e può essere applicato a qualsiasi profilo se lo scopo è quello di ottimizzare il BN.

Se il secondo target fosse veramente costruito sulla base del primo target "ottimizzato sui colori critici" come afferma l'autore per ogni profilo carta/stampante dovremmo definire un gradiente 3D diverso visto che cambiando profilo anche i famosi "colori critici" cambierebbero.

L'applicazione di un gradiente universale semplifica il lavoro ma così facendo certe patches che nel primo erano quasi perfette possono peggiorare nella seconda iterazione e non migliorerebbero il loro Delta E ad una eventuale successiva iterazione del procedimento.

Per quanto riguarda l'estensione di questo procedimento ad un'immagine a colori ho dei dubbi perché risulta difficile definire cosa sia un colore critico.

Nel BN sappiamo cosa sia la neutralità a=b=0 e possiamo usarla come criterio per il calcolo del Delta E.

Ma qual'e il riferimento per il calcolo del Delta E di un colore che non deve diventare neutrale?

E anche se potessimo individuare dei colori critici essi saranno molto più numerosi che in un'immagine BN e quindi dovremmo costruire una moltitudine di gradienti il che mi sembra estenuante se non impossibile.

Spero che la prolissità dell'intervento non abbia intaccato la comprensibilità della tesi esposta.

Saluti

Michele Volpicella
Advanced Member

1451 Posts

Postato -  23/05/2011 :  22:02:14  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di Michele Volpicella  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Salve, cercherò di rispondere punto per punto visto che la materia è complessa, anche se ritengo che molte risposte sono già contenute nell'articolo originale.

Prima domanda: Dato un profilo carta/stampante come posso ottenere il Delta E medio e i Delta E delle singole patch al fine di individuare i "colori critici" per creare il secondo target?
Colorthink è un ottimo strumento per tale scopo. Basta caricare il reference file RGB, applicargli il profilo (quindi trasformarlo in una colorlist con valori Lab) e confrontarlo col file Lab ottenuto. Colorthink può mostrare una colonna coi valori di Delta E che possono essere messi in ordine decrescente.

Seconda domanda: Cosa si intende per punti sperimentali o colori desiderati?Sono le patches del primo target con Delta E alto?
Per colori critici si possono intendere sia i colori le cui patch hanno dato i valori Delta E più alti, sia colori "prioritari" che stabilisce esclusivamente l'utente. Per esempio se devi stampare il rosso Coca-Cola corretto, non ti interessa ottimizzare tutto il profilo, ma il rosso e quello sarà un colore critico, ma è solo una questione semantica. I colori critici sono quelli che TU reputi tali. Io personalmente uso il metodo per ottimizzare i miei colori prioritari e non per diminuire il Delta E complessivo del modello.

Terzo rilievo: Con questo metodo sicuramente si va ad aumentare la densità di punti attorno all'asse del grigio rispetto al primo target ma non si tiene conto dei risultati positivi ottenuti con il precedente profilo.
Risposta: questo è inesatto, perchè i nuovi dati del secondo target vengono aggiunti in un file totale che comprende tutti i dati sperimentali: quelli del primo target e quelli di ogni target successivo.
Vorrei approfondire questa questione perchè fondamentale: il procedimento NON E' DI TRIAL AND ERROR! come alcuni possono erroneamente aver inteso. Tutti i target vengono stampati SENZA il profilo e a pari condizioni, sono compatibili e quindi possono essere tutti trattati allo stesso modo.
La questione fondamentale del procedimento proposto è questa: in sostanza evita di stampare target con decine di migliaia di patch (secondo un calcolo letto sul forum di Argyll potrebbero essere necessari più di 50,000 patch per ottenere determinati risultati senza iterazione) e consente un accelerazione del miglioramento tra ogni target e il successivo perchè agisce sui colori "critici" o "prioritari" come spiegato sopra. Si va a lavorare là dove ci sono i problemi e si comprime la massa dei dati.
Alcune patch peggiorano perchè esiste una significativa variabilità del processo fisico e del sistema di misura.
Ma il motivo principale è la pessima performance di ProfileMaker nell'inversione della trasformazione AtoB (cioè il modello) a quella BtoA (cioè quella che si usa per stampare). In lavori successivi mi sono trovato davanti a risultati apparentemente inspiegabili...finchè dopo prove di validazione numerica (doppia trasformazione) è risultato evidente il problema suddetto. Per fortuna esiste Argyll, che opera invece un'ottima inversione e che velocizza il processo grazie alla funzione merge che unisce automaticamente reference e letture di diversi target. Assolutamente strepitoso! Quindi adesso raccomando l'uso di Argyll per questo procedimento e non di PM5. (Monaco invece non accetta target non proprietari, quindi non si può usare)

Quarto commento: In pratica il gradiente così creato è universale e può essere applicato a qualsiasi profilo se lo scopo è quello di ottimizzare il BN.
Non è un "gradiente", ma una colorlist Lab che va convertita in una colorlist RGB. La colorlist di partenza in Lab è universale, quella trasformata in RGB che andrò a stampare, ovviamente no. Nota però che ogni stampante potrebbe avere bisogno di uno spread di dati più o meno ampio, per esempio sulla Canon IPF6300 la precisione è altissima per cui posso ridurre il pitch dei cubi, mentre sulla IP4850 (piccola stampante A4 a dyes) la precisione è più bassa e ho dovuto costruire un file diverso.
L'amico Mirko mi ha suggerito che il ragno sperimentale poteva essere costruito in modo elicoidale invece che a strati paralleli ed è un 'osservazione corretta che si può implementare facilmente.

Quinto commento: Per quanto riguarda l'estensione di questo procedimento ad un'immagine a colori ho dei dubbi perché risulta difficile definire cosa sia un colore critico. Io ho utilizzato il metodo sia per il BN sia per il colore. Durante lo sviluppo del metodo a titolo di esercizio mi sono costruito un Colorcheck fatto in casa. Con una sola iterazione ho ottenuto risultati assolutamente soddisfacenti. Il metodo funziona anche col colore, non solo col BN...ma pensaci un attimo...il BN è solo una forma di colore no? dal punto di vista numerico colore o BN sono assolutamente la stessa cosa. Basta costruire nell'intorno di quelle coordinate Lab che avremo scelto, un reticolo usando esattamente lo stesso metodo usato per l'esempio in BN. Non cambia nulla. (Neppure la parte in Excel cambia in nulla).

Sesta domanda: Ma qual'è il riferimento per il calcolo del Delta E di un colore che non deve diventare neutrale?
La risposta sta nel punto Uno (e nell'articolo)... In ogni caso si confronta il valore Lab letto sulla patch stampata, con quello ottenuto applicando la trasformazione AtoB al valore RGB della patch che è stata mandata in stampa. La trasformazione AtoB è quella che descrive la periferica ovvero che predice quali valori Lab otterremo in stampa da determinati valori RGB. La trasformazione inversa e cioè BtoA serve per convertire le coordinate in valori RGB tali che stampati forniranno i valori Lab uguali o prossimi a quelli originali.

Infine vorrei chiarire che lo scopo dell'articolo era quello di illustrare un "metodo" basato su 3 concetti-chiave: uno, che l'ottimizzazione va fatta con patch espresse in Lab e non RGB!, due, che il valore Lab va ottenuto da un profilo preliminare e, tre, che è necessario creare un reticolo intorno a ogni patch calcolata nei punti 1 e 2. Sono concetti semplici ma che non avevo trovato nelle mie ricerche in materia.
Non avevo invece il tempo nè l'obiettivo di fornire un programmino pronto all'uso. Ritengo che se un utente è arrivato a seguirmi fin qui...sicuramente sarà in grado di farsi i suoi fogli Excel secondo il proprio gusto.

Spero di aver chiarito i dubbi.









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MarcStallo
Junior Member

Switzerland
34 Posts

Postato -  24/05/2011 :  23:28:48  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Salve,
ti ringrazio per la completezza e la chiarezza delle tue risposte che hanno dissipato molti dubbi anche se rimangono dei punti opinabili che ti espongo:

1) Il metodo proposto per il calcolo del delta E attraverso l'uso di ColorThink mi convince solo in parte in quanto mi sembra un serpente che si morde la coda in quanto il profilo è costruito proprio sulla lista di valori Lab che verranno confrontati con quelli prodotti dal profilo.

È un sistema veloce ma non mi sembra il più accurato ma posso sbagliarmi.

Io normalmente seguo un altro metodo che parte da una lista di valori Lab che non sono contenuti nel target iniziale utilizzato per costruire il profilo ma che rimangono all'interno del suo gamut. Applico il profilo a questa lista Lab con intento assoluto ottenendo i valori RGB di un target che verrà stampato e misurato.
I valori Lab ottenuti dalla misurazione verranno confrontati con quelli della prima lista ottenendo così il delta E.

Si tratta del metodo inverso al tuo e che necessita di un ulteriore stampa ma che mi sembra avere il vantaggio di non basarsi su quei valori Lab che serviranno a costruire il profilo.

In questo caso mi pare che il serpente non si mangi la coda.

Cosa ne pensi?

2) Mi sembra che colori prioritari calzi a pennello come definizione in quanto il metodo proposto sembra orientato per la correzione di colori scelti a priori.

3) È vero che tutti i dati misurati vengono presi in considerazione nella creazione del secondo profilo e che il problema della mancanza di una elevata riproducibilità nelle misure è un problema da non sottovalutare specialmente se si usa l'i1Pro ( le cose vanno molto meglio con un Barbieri o un iSis.).
Per quanto riguarda la riproducibilità le stampanti Epson*900 e Canon *300 sono molto buone.


4) Quando io parlo di gradiente e tu di colorlist Lab intendiamo la stessa cosa utilizzando termini diversi.

La struttura della tua colorlist di valori Lab è costruita come un gradiente lineare infatti gli steps tra un valore Lab e quello successivo sono costanti (5 unità).

Io costruisco la stessa colorlist in ColorLab con la funzione Gradient (evidentemente lavorando in uno spazio tridimensionale costruisco 9 gradienti per un totale di 180 valori).

La proposta di costruire 2 quadruple eliche magari chirali una rispetto all'altra attorno all'asse principale è allettante ma mi costringerebbe a cambiare programma e prima di compiere questo passo vorrei sapere se il santo vale la candela.
Hai fatto dei test a questo proposito?

5) I miei dubbi sull'estensione del tuo metodo ad un'immagine a colori si riferivano ad un'immagine complessa (es: un paesaggio) dove non vi sono colori prioritari (es:pantone) a cui avvicinarsi il più possibile e le discrepanze tra quanto stampato da quanto vorremmo ottenere sono forse da addebitare a molte cause (gamut,intento usato,software di profilazione....).
Ripeto il metodo è ottimo per i colori definiti a priori.

6) vedi punto 1)

Concordo pienamente con la tua conclusione sul fatto che tu hai dato delle dritte generali e che è poi compito dell'utente costruirsi il suo workflow personale che lo porti al risultato finale.

Ognuno è libero di scegliere gli strumenti che più gli aggradano per giungere alla metà (io non uso Excel ma mi affido alla vecchia programmazione in Delphi e preferisco ColorLab).

Saluti

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Michele Volpicella
Advanced Member

1451 Posts

Postato -  25/05/2011 :  09:35:14  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di Michele Volpicella  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Mi sembra che siamo d'accordo su tutto.
A proposito del metodo di valutazione dell'errore Delta E, quello che dici è corretto perchè prende in considerazione TUTTO il processo. Quindi va benissimo. E' quella che io ho chiamato "the proof of the pudding" nel mio articolo se ben ricordi, la prova finale.

Però, il primo passo è validare la precisione del modello matematico che si riferisce SOLO alla trasformazione AtoB. Il modello matematico che andiamo a ottimizzare riguarda solo la corrispondenza tra un insieme di valori (R,G,B) e uno di valori (L,a,b). Per questo va testato in primis come tale.
Il test "globale" che proponi tu comprende invece anche altre cose che vanno a inquinare il test del modello in sè. E la prima di queste cose è l'inversione della trasformazione AtoB in quella BtoA, cioè quella che genera i valori RGB da mandare in macchina sulla base dei valori Lab dell'immagine. E come detto, questa inversione è lungi dall'essere perfetta, anzi nel caso di PM5 è pessima. Ecco quindi che col metodo "globale" di valutazione andiamo a giudicare anche altri parametri che non sono legati alla qualità del modello matematico in sè. Che era invece lo scopo del metodo proposto.
E proprio la difficoltà di conciliare i risultati ottimi del test "diretto" con quelli imprevedibili del test "globale" mi ha fatto "scoprire" l'imprecisione dell'inversione di PM5...ma ci ho sbattuto un bel po' la testa perchè inconsciamente assumevo che non potesse sbagliare l'inversione, quindi ho fatto profili su profili finchè una notte mentre ero a letto ho capito dove "doveva" essere l'errore e infatti era lì.

Sull'opportunità di sviluppare il target aggiuntivo con punti disposti a elicoide, non ho fatto prove, ma ritengo che la precisione teorica che si guadagna sia per lo meno di un ordine di grandezza inferiore rispetto alla precisione (accuratezza+ripetibilità) del sistema di (stampa+misura).
Saluti
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MarcStallo
Junior Member

Switzerland
34 Posts

Postato -  26/05/2011 :  01:08:54  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Citazione:
E la prima di queste cose è l'inversione della trasformazione AtoB in quella BtoA, cioè quella che genera i valori RGB da mandare in macchina sulla base dei valori Lab dell'immagine. E come detto, questa inversione è lungi dall'essere perfetta, anzi nel caso di PM5 è pessima


Questo problema da te scovato mi ha fatto ricordare delle strane incongruenze trovate un paio di anni orsono con l'uso di ColorPicker quando volevo creare dei target RGB speciali partendo da dati Lab.

Incongruenze che non ho mai capito e che mi hanno fatto desistere dall'usarlo ancora.

Comunque mi hai messo la classica pulce nell'orecchio e sono andato a controllare con ColorThink un po' di files Lab e i relativi profili per controllare la validità della tabella B2A.

Ho ottenuto dei risultati strani che mi fanno sorgere il dubbio che io stia sbagliando qualcosa nel modo di procedere.

Quindi la domanda è la seguente:

Come fai a provare che la tabella BtoA in PM5 è pessima?

Quale metodo segui?


Io procedo in questo modo:

Apro in Colorthink la lista di valori Lab (L1)misurati da i1Pro applico il profilo con intento assoluto e ottengo una lista di valori RGB a cui applico ancora una volta il profilo con intento assoluto ottenedo una seconda lista di valori Lab (L2).

Confronto le due liste L1 eL2 e calocolo il DElta E.

Dove sbaglio?

Saluti
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tarkowsky
Average Member

190 Posts

Postato -  28/05/2011 :  02:08:14  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Scusate se mi intrometto nella vostra tenzone e non voglio sicuramente sostituirmi a Michele che la sa molto lunga su pregi e difetti dei vari sw di profilazione.

Nell'attesa di un suo commento risolutivo io posso portare dei dati che corroborano quanto da lui affermato.

Prima di tutto penso che il metodo da te seguito per controllare l'inversione della trasformazione AtoB in quella BtoA sia corretto.(Spero di non essere smentito).

A questo proposito ho fatto un test su carta Canson Rag Photographique con la mia Epson 7900 stampando il target più grande di Bill Atkinson (5202 patches) e l'ho misurato con un iSis XL.
Ho dato poi in pasto le misure ottenute a tre differenti sw (PM5,i1Profiler e Argyll) che mi hanno sfornato tre profili diversi.

Con l'uso di ColorThink ho controllato gli errori nella BtoA (seguendo il metodo proposto) ottenendo per ogni profilo una lista di valori Delta E.

Ho esportato le liste dei vari dE in Excel e ho potuto fare un confronto tra di esse contando i singoli valori appartenenti a intervalli prefissati(dE minori di 1,dE tra 1 e 2,dE tra 2 e 3,....).
.
Ecco i risultati:

dE<1 PM5 4878 i1Prof 5042 Argyll 5150

1<dE<2 PM5 315 i1Prof 157 Argyll 52

2<dE<3 PM5 6 i1Prof 3 Argyll 0

3<dE<4 PM5 3 i1Prof 0 Argyll 0


Come sosteneva Michele i risultati peggiori sono quelli ottenuti da PM5 mentre Argyll surclassa anche il nuovissimo i1Profiler.

Purtroppo non posseggo Monaco Profiler ma sono sicuro che otterrebbe dei risultati migliori di PM5 e sospetto anche di i1Profiler.

Al di là dei numeri che forse non dicono tutto di un profilo non ho avuto il tempo di fare dei confronti con delle stampe.

Per me è stato più che altro un esercizio per riprendere in mano Argyll abbandonato per pigrizia anni fa e cercare di approfondire la possibilità di usarlo con l'iSis XL che non è supportotato direttamente.

Comunque aspettiamo cosa ne dice Michele.

Ciao





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tarkowsky
Average Member

190 Posts

Postato -  28/05/2011 :  13:17:13  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Salve,
nel test precedente mancava Monaco Profiler all'appello.

Io non lo posseggo ma ho un profilo che gentilmente Michele mi aveva creato con MP.

Si tratta di un profilo per la Epson 7900/carta Harman GFB AL.

I dati spettrali sono stati ottenuti con un i1Pro leggendo il target di Bill Atkinson di 1728 patches e sulla base di questi dati sono stati creati quattro profili utilizzando PM5,MP,i1Profiler e Argyll.

Ho rifatto il confronto sui Delta E nella validazione della tabella BtoA.

Come sospettavo MP non solo supera i1Profiler ma addirittura stacca anche il favorito Argyll.

dE<1 PM5 1490 i1Prof 1670 Argyll 1687 MP 1706

1<dE<2 PM5 159 i1Prof 58 Argyll 41 MP 22

2<dE<3 PM5 39 i1Prof 0 Argyll 0 MP 0

dE>3 PM5 40 i1Prof 0 Argyll 0 MP 0


(scusate ma non c'è modo di formattare delle tabelle nell'editor del forum e quindi i dati sono un po' difficili da leggere)

PM 5 risulta ancora una volta il peggiore:vi sono addirittura due valori dE di poco superiori a 6.

Sarebbe interessante fare delle stampe e confrontare i risultati per evidenziare altre differenze che i numeri di questo test probabilmente non ci dicono ,ma per questo ci vorrà ancora del tempo.

Saluti
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Michele Volpicella
Advanced Member

1451 Posts

Postato -  29/05/2011 :  16:50:13  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di Michele Volpicella  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Salve ragazzi, scusate il ritardo, ma sono fuori città per qualche giorno.
Molto interessanti i dati riportati da Tarkosky.
Si conferma la difficoltà di PM5 nell'inversione della tabella e quindi anche la sua controindicazione nei processi di fine-tuning dei profili.
Molto meglio Argyll. Anche Monaco sarebbe ottimo, ma purtroppo funziona solo con target pre-confezionati o adattati tipo quelli di Bill Atkinson.
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tarkowsky
Average Member

190 Posts

Postato -  02/06/2011 :  20:35:22  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Citazione:
Postato da Michele Volpicella

Molto meglio Argyll. Anche Monaco sarebbe ottimo, ma purtroppo funziona solo con target pre-confezionati o adattati tipo quelli di Bill Atkinson.


Ciao Michele,
visto che PM sembra ottimo nella costruzione della tabella BtoA non ci sarebbe qualche trucco che possa in qualche modo aggirare il numero fisso di target pre-confezionati.

Non conosco il numero di patches dei vari target originali di PM ma so che si possono usare i due di Bill Atkinson 1728 patches e 4096 patches.

Ora se tu creassi un primo profilo con quello da 1728 e lo applicassi ai tuoi 180 valori Lab creati per ottimalizzare l'asse dei grigi otteresti 180 valori RGB da aggiungere al target da 4096 valori (previa cancellazione di 180 valori RGB "inutili" cosi da mantenere fisso a 4096 il numero di patches).

La ricerca dei colori "inutili" la potresti fare su Excel cercando di mantenere tutte i valori RGB del primo target (1728) e cancellando i valori attorno al'asse del grigio del secondo sostituendoli con le nuove 180 patches.

Evidentemente questa procedura poi applicarla ai target fissi di PM se la differenza tra il primo ed il secondo fosse minore di quella di Bill Atkinson (1728-4096).

Cosa ne pensi?

Saluti



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Michele Volpicella
Advanced Member

1451 Posts

Postato -  03/06/2011 :  10:08:31  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di Michele Volpicella  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Ciao Mirko,
immagino che per PM tu intenda...MP, cioè Monaco Profiler.
Il problema è che MP funziona con dei reference non editabili e che non sono neanche riuscito a trovare, devono essere integrati nel programma.
Quindi se cambio alcune patch devo informare MP della cosa tramite il ref file...solo che non c'è.
Infatti lo script di Chan che consente di collocare la lettura del target nella sequenza di MP, produce un file che contiene solo i valori Lab letti, NON contiene i dati di riferimento.

C'è un piccolo mistero però: com'è possibile che funzioni anche col target da 4096 patch, visto che MP offre solo 3 opzioni: 343, 729 e 1728 patch...le istruzioni di Chan dicono di selezionare l'opzione di 1728 anche per il target da 4096, ma non capisco come possa funzionare senza un ref file da 4096. In effetti non l'ho mai provato quindi non sono neppure sicuro che funzioni, ma conoscendo il grande Chan escludo che abbia fatto un errore simile.
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tarkowsky
Average Member

190 Posts

Postato -  03/06/2011 :  20:00:11  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Citazione:
Postato da Michele Volpicella

C'è un piccolo mistero però: com'è possibile che funzioni anche col target da 4096 patch, visto che MP offre solo 3 opzioni: 343, 729 e 1728 patch...


Ciao Michele,

il grande Chan non fa errori ma gioca un po' sporco truccando il numero di patches in uscita:il target di 4096 patches dopo averlo ordinato nella sua applicazione si riduce a 1728 patches.

Quindi tanto vale stampare e misurare quello di 1728 patches evitando perdita di tempo inchiostro e fatica nelle misurazioni.

Il trucco funziona perché i reference files di MP e di Bill Atkinson suddividono lo spazio RGB nello stesso modo.

Quello di 1728 patches non fa nient'altro che suddividere uniformemente ciascun intervallo [0-255] di ogni asse RGB in 12 punti quindi alla fine otteniamo 12^3=1728 patches.

Se decidiamo di suddividere ciascun asse per 16 punti avremo 16^3=4096 patches.

La verifica che il target di MP è costruito secondo questa logica la si può ricavare per via indiretta visto che non abbiamo il reference file (penso proprio come dici tu che esso si trovi all'interno del programma)

Con l'uso di PS e ColorLab si possono estrarre tutti i colori del file tiff 1728 patches ed esportare i risultati in format CGATS ottenendo così il reference file.

Detto questo sorge un problema perché anche se i due target suddividono uniformemente lo spazio RGB nessuna tripletta (a parte gli estremi) dell'uno è contenuta nell'altro.

In altre parole se nel target di 1728 patches sull'asse dei grigi abbiamo i seguenti punti RGB (0,0,0);
(23,23,23); (46,46,46);....(255,255,255) in quello di 4096 patches avremo (0,0,0); (17,17,17);(34,34,34);(51,51,51)....(255,255,255).

Si può vedere cha la tripletta RGB = (23,23,23) non esiste nel target di 4096 patches.
Per ottenere i valori L*ab corrispondenti alla tripletta RGB=(23,23,23) Chan deve interpolare i valori L*ab delle due triplette RGB = (17,17,17) e RGB = (34,34,34) contenuti nel target di 4096 patches.

Ho controllato in Excel i vari file e i giochi tornano.

Certo che come ho affermato all'inizio Chan in questo caso trucca un po' le carte nel senso che dà l'illusione agli amanti di PM che vi sia il modo di ingannare il programma facendogli digerire dei target più grandi. e questo non è assolutamente vero.
Peccato.

Saluti
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Michele Volpicella
Advanced Member

1451 Posts

Postato -  03/06/2011 :  22:14:58  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di Michele Volpicella  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Mirko, è molto interessante quello che ci dici.
Ed è anche un po' deprimente pensare che in realtà il target di 4096 viene ridotto a 1728 patch dallo script di Chan prima di essere elaborato da Monaco.
Il fatto che questa riduzione dei punti sperimentali venga fatta con "interpolazione" è...orribile dal punto di vista della costruzione del modello matematico. Direi senza ombra di dubbio che se si usa Monaco è molto meglio usare il target da 1728 che non viene interpolato, piuttosto che quello da 4096.

Vorrei però provare a dare una spiegazione a questa "sporca" di Chan: secondo me lui non ha voluto offrire quello che non c'è, ma semplicemente ha voluto dire questo: "se avete già stampato dei target da 4096 e li avete magari anche già misurati per essere processati con PM5 o Colormatch, potete "riciclare" questi dati visto che ci sono già, e darli in pasto a Monaco per vedere cosa viene fuori". Messa così, penso che non sia più una sporca, ma un onesta opportunità. Ecco...magari andava spiegata...

PS. Per la ricostruzione di un file reference, oltre al metodo che citi tu con PS e Colorlab, si può usare Colorthink che ha un opzione per la lettura istantanea di questi target tramite una "rete" che si "stira" col mouse e si incastra sugli estremi del file. Molto pratica e veloce.
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