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bert
Senior Member

Italy
254 Posts

Postato - 11/09/2008 :  19:37:49  Mostra il Profilo  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe
Sono un dilettante che lavora ad occhio. Non sono purtroppo in grado di dare consigli a “g.colosio” nè ad altri come lui che hanno simili problemi di contestazione del lavoro (e sento che i casi sono purtroppo frequenti).
Apro quindi un topic a margine per esporre un paio di considerazioni, alle quali vi prego di dedicare un istante di attenzione.
Mi sembra impossibile che un professionista dell’immagine, che riceve delle foto eseguite con normale correttezza, utilizzando attrezzatura ed attenzioni di buon livello, non sia in grado di apportare correzioni, avendo anche la Kodak chart come termine di confronto; in fondo si tratta di agire su quei pochi parametri (luminosità, contrasto, tonalità e saturazione) sulle quali si mette mano anche per le foto di compleanno. Il nostro “g.colosio” non avrà trasformato degli uccelli in pesci! Come facevano, i fotolitografi di una volta, che partivano dalla dispositiva e si arrangiavano? Anche loro ne combinavano di tutti i colori, ma si guardavano bene di incolpare il fotografo, se aveva consegnato foto pulite, magari con la Kodak chart a posto. Non si fanno più le prove su carta? Si pretende di ottenere quello che si vede a monitor schiacciando un bottone (wysiwyg)?
Altra questione. Sono un frequentatore di mostre e compro i cataloghi. Parlo di mostre da soldi e di cataloghi prodotti da editori specializzati ed illustri. Ebbene, come ognuno di voi avrà potuto constatare, molto spesso le riproduzioni si discostano talmente dall’originale da far dubitare che si tratti dello stesso quadro; e non parlo di differenze sottili, come quelle prodotte dal bianco della carta: no, proprio errori grossolani sul piano della resa tonale e della saturazione dei colori; errori evidenti e stridenti soprattutto nelle opere d’arte antica, dove la materia, le vernici e le alterazioni dei pigmenti mascherano facilmente errori di esposizione o dominanti. Ma come io posso fare il confronto immediato, in mostra, tra quadro e riproduzione, perchè il tipografo, l’editore, l’art director non lo fanno?
Seguendo gli interventi su questo forum, mi sono fatto l’idea che il processo dalla ripresa alla stampa sia ora perfettamente controllabile sul piano scientifico e che tale controllo sia esaurientemente supportato da una tecnologia molto avanzata ed efficace. Però spesso la catena si rompe. C’è qualche anello particolarmente debole? Chi usa questi complessi strumenti è sempre in grado di farlo, o succede come negli ospedali dove, mi dicono, certi costosi macchinari vengono utilizzati così così?
Vi ringrazio dell’attenzione e vi prego di scusarmi se mi sono introdotto come Bertoldo in un consesso di saggi.

andre_
Advanced Member

Denmark
2054 Posts

Postato -  11/09/2008 :  21:28:41  Mostra il Profilo  Visita l'Homepage di andre_  Rispondi comprendendo il testo originale fra righe

Il problema sta proprio in quello che dici tu...
Persone che hanno a che fare con macchine magari costosissime e con potenzialità impressionanti che non sanno nemmeno dell'esistenza di un profilo colore.
Imparano un "metodo che va bene un po' per tutto" e lo applicano a prescindere.
E se si cerca di dialogare non c'è nemmeno un linguaggio comune.

Il problema è che questo è un "difetto" prevalentemente italiano.

Appena usciamo dall'orticelo di casa (guai a guardare come funzionano le cose altrove! Gli altri sono peggio per definizione!) la situazione è completamente diversa.
Gli incompetenti ci sono ovunque, ovviamente, ma almeno in genere si parla la stessa lingua.

Lavoro da anni tra l'Italia, la Germania ed un paio di paesi scandinavi (Danmark e Svezia).
Ora mi sono trasferito ad Århus, in Danimarca.

I problemi, diffusissimi, di cui parli sinceramente li ho incontrati solamente nel Balpaese.
Altrove, in genere una chiaccherata risolve tutto o quasi, senza quell'arroganza che contraddistingue la stragrande maggioranza degli italiani.
E senza quella saccenza e totale mancanza di umiltà necessaria a riconoscere i propri limiti.

Quanti sono i laboratori pretendono di avere un file da stampare in sRGB (e parlo di "semplici" fotografie) perchè sono convinti che altri profili "non sono abbastanza saturi".
a_



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