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I N I Z I O T O P I C
mxa
Posted - 19/04/2018 : 22:14:38(Ho postato questo su un altro forum qualche tempo fa. Ho pensato che potesse essere di qualche interesse anche qui. L'ho ripreso e modificato aggiornandolo.)
Ho deciso un anno fa di iniziare a fare video senza aver alcuna esperienza precedente. Ho scritto un breve sommario della mia esperienza pensando sia di interesse anche ad altri. Molti di voi ne sanno piu' di me, ma magari nel forum c'e' qualcuno stuzzicato dall'idea di fare dei video che ne sa poco o niente. Ho cercato di stare lontano da “marchio x” o “marchio y” quando possibile per concentrare il contenuto sulle effettive necessita’. Rimango un principiante, quindi prendete queste mie note con la dovuta cautela
Spazio di applicabilita’ L’uso e’ semi-professionale. L’equipaggiamento deve permettere la creazione di vlog di ottima qualita’, di riprendere seminari dal vivo davanti ad un pubblico anche di un centinaio di persone, di creare brevi documentari di tipo paesaggistico, turistico e di prodotto (in studio). Nel mio caso non vedo questa attivita' come generatrice di fatturato, la vedo come complementare al mio lavoro fotografico.
Non-goals sono le riprese ad alta velocita’ di eventi dinamici, riprese in condizioni climatiche estreme (umidita’ tropicale, temperature sotto i -10), subacquea, immersive. Si parte dal presupposto che l’equipaggiamento serve per creare video e - in qualche raro caso - di fare anche fotografie di supporto al video (still). Quindi le necessita’ fotografiche, nella selezione dell’equipaggiamento, sono in pratica ignorate o quasi. Per lo stesso motivo quanto sotto potrebbe non essere applicabile a *videocamere*, di cui non so nulla e che nelle mie scelte di acquisto non ho mai considerato.
Costi I costi sono sensibilmente superiori a quelli della fotografia. Preparatevi a spendere 4-5 mila euro. Questo non include computer, storage e software, per il quale dovete mettere in conto altri 3-5mila euro, se non lo avete gia’. Il video ha pesantissimi requisiti in termini di potenza di calcolo (specialmente la GPU, meno la CPU) e di memoria. Piu’ che sulla RAM - che comunque non deve scendere sotto i 32GB se lavorate in 4K - l’attenzione deve essere posta a soluzioni RAID ad alta velocita’ e ancora di piu’ a collegamenti esterni a grande banda.
Ci sono vlogger di grande successo che usano equipaggiamento meno costoso, dipende molto dal contesto. Per fare un esempio, ci sono bloggers che operano nel campo delle supercar (piu' di un milione di iscritti) che con un quattro piccole macchine Sony (400 euro l'una) ed un buon microfono fanno tutto. Un altro nello stesso campo usa un paio di camere (sempre tipo Sony) ed un drone.
Formato Il formato puo’ essere il micro 4/3 o il full-frame. Quest’ultimo si porta dietro costi decisamente superiori (non focalizzatevi sul costo della fotocamera, e’ il minore dei problemi) e difficolta’ tecniche che possono mettere in difficolta’ il principiante. Non dimenticatevi che molto spesso nel video la messa a fuoco e’ ancora manuale, e la ridotta profondita’ di campo a parita’ di angolo di copertura del full-frame mette alla frusta le capacita’ del videografo e richiede spesso l’uso di una rig apposita, con follow-focus etc etc. Il micro four-third perdona piu’ facilmente le scarse abilita’ del videografo principiante.
Chi fa video di qualita’ professionale deve poter giocare sui piani di messa a fuoco per effetti artistici o commerciali ben precisi: qui il full-frame e’ molto piu’ performante ed e’ la scelta obbligata. Il che significa che nel full-frame e’ anche piu’ facile sfuocare … per errore … e quindi diventa molto piu’ impegnativo per il videografo alle prime armi.
Surriscaldamento Assicuratevi che la fotocamera digitale scelta non abbia alcuna limitazione nella durata del video che si voglia fare (finche c’e’ spazio nelle schede di memoria e alimentazione dalla batteria, ovviamente!). Alcune macchine fotografiche digitali specificamente proposte per video si spengono da sole dopo X minuti di registrazione perche’ l’elettronica interna si surriscalda.
Obiettivi Avete due strade che potete percorre. La prima e’ di acquistare gli obiettivi forniti dal produtttore *anche* per scopi fotografici e usarli nei vostri video. E va benissimo cosi, specialmente se vengono con stabilizzazione incorporata, molto utile nei video. La seconda e’ acquistare obiettivi specificatamente pensati per il video come i Veydra per il micro four-third (che hanno avuto una recensione veramente ottima dal serissimo Lens Rentals). Questi obiettivi - spesso ma non sempre a focale fissa - sono progettati per l’uso video e cioe’: (1) messa a fuoco manuale; (2) diametro lente anteriore identico indipendentemente dalla focale (tipicamente 77mm o 82mm); (3) anello dentato per la messa a fuoco distante dall’attacco nella stessa misura indipendentemente dalla focale; (4) anello dentato per la regolazione del diaframma distante dall’attacco nella stessa misura indipendentemente dalla focale.
(3) e (4) permettono di sostituire l’obiettivo con uno di diversa focale senza dover riaggiustare la rig tutte le volte. Importantissimo! (32 Permette di usare un solo tipo di diametro per tutti i filtri che uno ha.
Gli obiettivi per video dovrebbero avere la regolazione del diaframma “stepless”, cioe’ senza scatti. Si puo’ convivere con obiettivi come quello classici fotografici dove il diaframma e’ a scatti facendo un po’ di attenzione. C’e’ tutta una serie di video su internet che insegnano a rendere “stepless” alcuni classici obiettivi fotografici (tutti per il full frame). Si va dai Nikon AIS (modifica relativamente facile) ai Leica-R (piu’ complicata). Chiaramente nessuno vieta di fare questo e usare i Nikon o i Leica (o i Canon FD) su un equipaggiamento micro four-third. Pero’ ci sono alcuni svantaggi non indifferenti:
1. La soluzione micro four-third permette una riduzione delle dimensioni, usare obiettivi per il full-frame tradisce uno dei vantaggi del micro 4/3. I Veydra, infatti, che coprono solo il 4/3, sono “piccolini”.
2. Qualunque soluzione (Nikon, Leica, Canon, etc) non soddisfa (3) (4) e (5) sopra. In piu’ costringe a comprare degli specifici anelli dentati per la messa a fuoco e la regolazione del diaframma da applicare sul barilotto. Sebbene sia possibile, la soluzione non e’ elegante e solida come l’avere gli anello incorporati gia’ in fase di progetto del barilotto come - per esempio - i Veydra.
Per finire, il tema del breathing. Questo e' l'effetto che si ha quando per esempio - sfuocando un oggetto in primo piano perche' si passa ad un altro piano/soggetto - il primo cresce di volume, ed e' un fenomeno abbastanza fastidioso. Gli obiettivi pensati per video cercano (ma non sempre ...) di limitare il piu' possibile questo effetto. Usando degli obiettivi pensati per fotografia c'e' il rischio di avere importanti fenomeni di breathing perche' - appunto - non sono stati progettati con in mente il controllo o la riduzione del breathing.
Filtri Il filtro *in-di-spen-sa-bi-le* (per me!!) e’ quello neutro a intensita’ variabile, praticamente sconosciuto a chiunque faccia solo fotografia. (L'uso di questo filtro non riceve consensi unanimi tra i pro, e c'e' chi non lo usa per i motivi spiegati sotto. Io lo trovo utilissimo.)
Questo filtro permette - per esempio - di ottenere lo stesso effetto di un obiettivo con diaframma stepless senza avere un obiettivo con questa caratteristica. In piu’ diventa obbligatorio perche’ quando c’e’ molta luce spesso non e’ sufficiente usare il diaframma piu’ chiuso e la sensibilita’ piu’ bassa, e bisogna montare sull’obiettivo un filtro neutro. Quindi questo filtro e’ necessario qualunque sia l’obiettivo usato, da quello fotografico che si usa comunque per fare video agli Zeiss per video da 30mila euro. Si porta dietro delle tematiche - come l'introduzione di color shift allo scurire/schiarire dell'effetto che per alcuni sono tranquillamenti ignorabili, per altri sono orrore puro, per altri ancora una via di mezzo. Quindi usatelo e poi decidete.
Audio L’equipaggiamento per registrazione audio riveste una importanza enorme (a meno che sappiate gia’ che non registrerete mai audio). Sembra magari contro intuitivo ma l’equipaggiamento audio e’ forse piu’ importante di quello video. Una registrazione audio mediocre puo’ costringervi a buttare via un video che per il resto era ottimo, quindi massima attenzione sulle scelte e sull’uso.
Fondamentalmente ci sono tre microfoni da prendere in considerazione e vale la pena di comprarli tutti e tre.
1. Stereo “ambientale”. Questo e’ una coppia di microfoni (custoditi in un’unica armatura) che registrano davanti alla macchina e di fianco, in pratica i 180 gradi davanti a voi. Tipico uso e’ il documentario turistico, quello di natura, etc dove si vogliono catturare i rumori/suoni ambientali e non c’e’ un particolare soggetto che “deve” essere registrato con grande accuratezza (intervistato, ma anche animale).
2. Mono (super)cardioide. Questo microfono e’ tipicamente un lungo e stretto cilindro. Quando montato sulla camera ha una sensibilita’ massima verso quello che e’ davanti alla lente e che descresce molto in fretta ai lati. In teoria dovrebbe rigettare in modo molto pesante cio’ che c’e’ ai due lati della macchina da presa. Serve per registrare qualcuno che parla mentre lo riprendete rigettando il rumore (per esempio altra gente che chiacchera) ai lati dello speaker. Un Vlog fatto in studio dove lo speaker non si muove molto e’ una possibile applicazione.
3. Lavalier. Questo e’ il classico microfonino che si attacca al bavero della giacca o della camicia. E’ collegato tramite filo (nascosto sotto la camicia, per esempio) ad un trasmettitore che si tiene nella tasca posteriore dei pantaloni o attaccato alla gonna tramite clip. Sulla macchina da presa c’e’ il ricevitore che e’ collegato tramite un filo all’ingresso MIC della macchina da presa. Nei microfoni buoni di questo tipo la distanza tra il trasmettitore ed il ricevitore puo’ essere anche 100 metri. Per cui si puo’ registrare uno speaker con un forte tele, quindi da molto lontano, ma l’audio e’ perfetto come se la distanza fosse di un metro. Un altro uso e’ registrare lo speaker in un seminario con molti presenti (e dove quindi si puo’ essere costretti a riprendere lo speaker da molto lontano).
Esistono registratori digitali separati, cosi come preamplificatori microfonici con controlli di tono e filtri anti rumore regolabili. Nelle soluzioni piu’ semplici (e trasportabili!) queste funzioni sono contenute nella DSLR stessa usata come videocamera digitale.
Steadycam vs Gimbal Nessuno vuole vedere video dove si vedono gli effetti di una mano che trema. A questo solitamente si pone rimedio con gli stabilizzatori incorporati nella macchina stessa. Con attenzione si possono fare panoramiche sempre a mano libera senza (eccessivo) tremolio. Quando pero’ si vuole fare un video dove - per esempio - il videografo cammina allora e’ impossibile fornire un video senza sballonzamenti di qualche genere. E’ qui che la steadycam o il gimbal devono essere adoperati.
La prima costa un terzo della seconda.
La steadycam e’ un accrocchio che include un sistema di ammortizzamento dei movimenti con una soluzione tutta meccanica e basato sul concetto del pendolo. Richiede molta pratica, molta pazienza nel bilanciare la camera all’inizio, una certa muscolatura se la ripresa dura molto, se si cambia l’obiettivo (e quindi la distribuzione dei pesi nel gruppo camera-obiettivo) bisogna ri-bilanciare il tutto (steadycam-camera-obiettivo) tramite lo spostamento di pesi alla base della steadycam. Sembra orribile ma le steadycam sono tutt’ora usatissime dai professionisti e forniscono risultati eccellenti (ce ne sono che sono in pratica un’armatura che indossa il cameraman quando macchina+obiettivo sono particolarmente pesanti). Dato che la soluzione e’ meccanica non richiede elettricita’, quindi niente pile.
Il gimbal e’ un sistema di ammortizzamento dei movimenti regolato dall’elettronica e non dalla meccanica. Quindi richiedono delle batterie ricaricabili. In pratica un sistema inerziale viene mantenuto da micromotori controllati da software che mantengono stabile il gruppo camera+obiettivo. Una volta bilanciato il gimbal anche il pivello alle prime armi ottiene soluzioni eccellenti, dove con la steadycam ci vuole qualche settimana e un po’ di allenamento per raggiungere gli stessi risultati. Ma un’ottima steadycam per macchina fotografica "pesante" tipo DSLR costa 150-200 euro, un gimbal (tipicamente cinesi ma alcuni ottimi) 500-700 euro. Dato che il costo del gimbal e’ direttamente proporzionale al peso che deve essere gestito, il gimbal per micro four-third possono permettere qualche risparmio paragonati al full-frame. Un gimbal per produzione cinematografica tipo Hollywood puo’ costare come un piccolo appartamento.
Monitor esterno Se non si usa l’oculare della camera per controllare la sequenza video che viene registrata si puo’ usare lo schermo che tutte le macchine fotografiche hanno dietro al corpo. In molte situazioni pero’ questa soluzione non funziona: (1) quando c’e’ illuminazione esterna che si riflette sullo schermo si vede male; (2) quando per qualunque motivo si deve tenere la macchina lontana dalla faccia lo schermino e’ di poca utilita’ per capire bene la qualita’ della registrazione che si sta facendo. A questo punto si puo' comprare un visore che si attacca al monitor da 3 pollici per isolarlo dalla luce (e magari ingrandire l'immagine). Oppure si possono considerare dei monitor esterni su 5-7 pollici. Esistono fondamentalmente due tipi di monitor: quelli che includono un registratore digitale e quelli che sono puri monitor. Ovviamente c’e’ parecchia differenza di prezzo. Il collegamento tra fotocamera e monitor o monitor+registratore avviene tramite l’uscita HDMI della camera. Bisogna essere certi che il monitor mostri tutte le informazioni che vengono mostrate sullo schermo della camera. Sembra una ovvieta’ ma non lo e’: alcuni monitor non fanno passare alcune informazioni che invece appaiono sullo schermino e quindi si vengono a perdere informazioni utili in fase di ripresa … non accettabile.
Batteria ricaricabile La soluzione che penso sia utile al 90% di chi legge e’ quella di comprare un tre o quattro batterie di scorta e quando si registra in esterno portarsele dietro. Vale la pena di segnalare pero’ che esistono batterie ricaricabili grosse un po’ meno di un mattone che possono essere usate fornendo una durata ben maggiore. Molte fotocamere permettono l’uso di queste grosse batterie esterne, ma non tutte: controllare prima dell’acquisto della fotocamera se c’e’ questa esigenza.
Illuminazione portatile Il classico pannello a LED posto sopra la DSLR ed alimentato da una o due grosse batterie formato Sony e’ la scelta classica: fornisce una luce abbastanza diffusa che quindi non fa dell’intervistato un parente di Boris Karloff. Ne esistono di piccoli dove la qualita’ della luce e’ buona/ottima. In quelli dove e’ possibile selezionare la temperatura di colore (tipo 3200 o 5000) la temperatura di colore inferiore e’ quella che fornisce la qualita’ di luce migliore (anche se per un soffio), per motivi che ancora mi sfuggono. Se sono presenti altre luci la scelta della temperatura di colore da usare potrebbe essere imposta pero’.
Illuminazione da studio Luce continua a LED. Ormai altre soluzioni non hanno piu’ senso perche’ la qualita’ della luce a LED ha raggiunto - se si spende - ottimi risultati. Luci LED di scarsa qualita’ hanno una distribuzione spettrale con dei picchi nella zona del verde ma sopratutto un flickering (che si vede sul monitor anche della camera) che si puo’ eliminare quando si decide i parametri di esposizione ma che comunque impone dei vincoli in fase di ripresa che gia’ in un ambiente semi-professionale non sono accettabili.
Rig Se uno pensa di avere una fotocamera, uno o due microfoni attaccati, un paraluce/portafiltri (matte box) non attaccato all’obiettivo (per poter cambiare velocemente l’obiettivo senza dover trasferire il paraluce sull’altro), un monitor esterno, una batteria ricaricabile, un registratore digitale, un pannello a LED con le sue batterie, un sistema di messa a fuoco a ingranaggi (follow-focus), un sistema di modifica del diaframma a ingranaggi, un supporto da spalla … dove attacca tutta ‘sta roba per portarsela in giro senza che i pezzi caschino per terra nei momenti peggiori e senza che ti rompa la schiena???
La risposta e’: bisogna usare una rig. Che e’ un’incastellatura costruita attorno ad una cornice in lega leggera piu’ o meno dedicata alla specifica telecamera fatta apposta per poterci montare tutti questi oggetti tramite attacchi standardizzati internazionalmente.
Una rig semi-professionale puo’ costare dai 600-700 euro ai 1300 euro.
L’uso di una rig e’ universale tra i videografi professionali. In campo semi-professionale l’uso di una rig deve essere valutato - prescindendo dal discorso costi - con una certa attenzione. Il motivo principale e’ che la rig rende l’equipaggiamento molto visibile, e questo puo’ creare problemi in fase di ripresa: (1) si mette in soggezione il soggetto; (2) e’ una soluzione meno trasportabile; (3) puo’ creare reazioni negative da parte delle persone che vengono filmate o richiamare l’attenzione delle solerti autorita’ che ormai ritengono che nulla possa essere filmato o fotografato senza carta bollata. Chi passa vede un tizio o una tizia con sulla spalla una incastellatura in lega leggera che si protende tutta in avanti a mo di fucile da caccia ipertecnologico con aggeggi elettronici appesi ovunque e una miriade di cavi che vanno da tutte le parti e chiama l'antiterrorismo
In un campo semi professionale ci si deve chiedere se non ce’ una soluzione *minimalistica* alle necessita’ tecniche. La Panasonic GH5 per esempio offre come optional un preamplificatore microfonico da montare sulla slitta flash con collegamenti XLR. Il microfono (stereo o mono) si puo’ montare a sua volta sopra al preamplificatore microfonico. Si possono fare registrazioni ad alte prestazioni usando il registratore dentro alla camera. Morale: si possono produrre video 4K con audio di eccellente qualita’ usando la sola GH5 senza rig. Massima trasportabilita’ e presenza in pubblico che passa certo piu’ inosservata.
Diciamo che anche se uno sa gia’ che dovra’ usare una rig con l’aggiunta magari di una steadycam/gimbal, in molti casi, al momento di scegliere la DSLR e quindi la famiglia di soluzioni dello specifico marchio scelto e’ saggio chiedersi che razza di video puo’ fare (in termini di qualita’ e range di applicazioni) con un corredo minimalistico.
Schede SD Le necessita’ di banda passante se si registra in 4K o 6K sono altissime, e altrettanto alta e’ la probabilita’ che le vostre amate schede SD fotografiche *NON* vadano bene e dobbiate comprarne un tre o quatto nuove (64GB l’una, minimo), per poter portare a termine la giornata. Ecco perche’ vale la pena di farsi la domanda “ma perche’ non comprare un registratore digitale esterno?” Perche’ un 300-400 euro in schede SD dovrete spenderlo. Fatevi un po’ i conti e pensate al genere di video che intendete fare.
Matrice di riferimento colore, bianco e nero Un altro prodotto indispensabile e’ una matrice di colori di cui valori lab siano noti e che viene usata in fase di post produzione per fare il color grading del video. Tipicamente contiene anche bianco e nero. La scelta qui e’ - per applicazioni semi-professionali - quasi obbligata, cioe’ Xrite Passport Video.
Cavalletto e testa Il vostro cavalletto fotografico potrebbe essere sufficiente. Uso il condizionale perche’ il cavalletto in video viene sollecitato in modo diverso da come accade in fotografia, quindi in ogni caso cavalletti molto leggeri vanno evitati.
La testa - ahime’ - va comprata, a meno che non avevate comprato una testa fluida per fare fotografia. Ovviamente c’e’ fluidita’ e fluidita’. State lontano da teste troppo economiche, il loro difetto principale non e’ essere poco fluide o poco regolabili, ma come reagiscono nel momento iniziale che si muovono: lo fanno in modo … fluido … o con un piccolo saltino iniziale (visibilissimo in video e che tradisce videografo-alle-prime-armi)? Economicizzare sulla testa e’ un errore e - purtroppo - economicizzare sul suo peso pure. L’errore nella scelta della testa (economicizzando non solo sul costo, ma anche sul peso) ha conseguenze per peggiori in videografia che in fotografia.
Se invece pensate di non aver bisogno nei vostri video del cavalletto e/o della testa fluida (se fate solo Vlog in studio, con inquadrature fissa, per esempio) allora congratulazioni: avete risparmiato un po’ di soldi.
Esposizione E’ l’unico argomento che non ha a che fare con l’equipaggiamento ma che per me fotografo e’ stato il salto concettuale piu’ impegnativo passando alla videografia, quindi volevo semplicemente sottolinearlo. Il fotografo che vuole fare buoni video dovra’ studiare un pochino per acquisire le nozioni necessarie, perche’ la differenza con la fotografia e’ importante. E’ un mondo molto diverso.
Essenzialmente di gioca su otto parametri: numero di frame al secondo, profondita’ dei bit per colore, spazio colore, diaframma, tempo di esposizione, risoluzione, fattore di forma, esposizione lineare o logaritmica. Lo spazio colore, la risoluzione e il fattore di forma non sono parametri che si decidono una volta per tutte (tipo in fotografia “scelgo ProPhoto e cosi’ sono a posto tutta la vita” ), ma dipendono - in parte - anche dalla destinazione del video, quindi possono cambiare da progetto a progetto. La cosa che piu’ sorprende il fotografo che ora e’ principiante videografo e’ il rapporto tra diaframma e tempo di esposizione. In fotografia f/2.8 e 1/60 oppure f/4 e 1/30 si scelgono sulla base della profondita’ di campo che si vuole avere e *anche* in relazione con la velocita’ del soggetto che si fotografa. Pero’ li secondo vincolo e’ di solito secondario (se non si fa fotografia sportiva o di azione). In video invece e’ sempre primario, allo stesso livello della profondita’ di campo. Il tempo influisce sulla “fluidita’” del movimento come percepito da chi vedra’ il video. Quindi la scelta della coppia tempi/diaframmi dipende da due esigenze paritarie, al punto che non si parla di 1/60, 1/30, 1/250: il videografo e’ abituato a parlare in termini di 180d, 120d, 360d etc. L’argomento e’ complesso e mi fermo qui, volevo solo segnalare che questo argomento necessita di un qualche compitino al fotografo che si avvicina per la prima volta al video.