I N I Z I O T O P I C |
CarloPolaroid |
Posted - 05/09/2017 : 18:53:13 Avrei la possibilità di stampare un libro fotografico, ma avrei bisogno di diverse "dritte", ad iniziare dalla qualità del retino (200 o 300 dpi?) che tipo di retinatura? stocastica? Quale è il miglior modo di postprodurre le immagini per avere un buon risultato? C'è qualche preset per evitare di impastare i neri? ho foto piuttosto dense. E poi che sharopening sarà bene usare? Come mio solito ho messo giù diversi problemi, ma confido nella qualità di questo forum per avere un aiuto valido.
Carlo |
21 U L T I M E R I S P O S T E (Le più recenti in alto) |
AlbertoM |
Posted - 21/09/2017 : 11:40:43 Lo spazio di origine non è così importante, è solo un contenitore, puoi sempre avere delle immagini in B/N dentro a Prophoto per esempio. Nel momento in cui fai la soft proof ti rendi conto degli eventuali clipping, sempre però nei limiti del gamut del tuo monitor
Quindi in pratica se usi uno spazio di lavoro con un gamut un po' maggiore di quello del tuo monitor e prophoto vedrai la stessa cosa quando fai la soft proof
Anche calibrare il monitor con gamma L* non è che ti faccia una gran differenza, la compensazione a monitor (con o senza soft proof) tiene conto del gamma del monitor, qualunque esso sia.
E infine io non userei il percettivo nella conversione tra profili di classe monitor, almeno non come regola
AlbertoM |
marameo |
Posted - 21/09/2017 : 09:56:33 Rimanendo sul tema dei profili ho letto che molti studi che lavorano nella post produzione per l'editoria utilizzano ECI RGBv2 (http://www.boscarol.com/blog/?p=1729) al posto di AdobeRGB e poi fanno la softproof in FOGRA39.
Potrebbe essere una buona scelta magari utilizzando il suddetto profilo con un monitor a D50 e TRC su L*?
Un workflow potrebbe essere Camera Raw che esporta verso ProphotoRGB -> ECI RGB (perceptual nella versione ICCv4) -> eventuale CMYK FOGRA39 (perceptual).
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.” |
AlbertoM |
Posted - 19/09/2017 : 23:32:41 Ma è comunque una minchiata, se devono pure riconvertire ad un altro profilo
Guarda, la cosa corretta da fare è questa: consegnare il file in RGB, poi lo stampatore convertirà al profilo di stampa nel modo migliore possibile
Se il cliente vuole fare una soft proof deve chiedere il profilo di stampa e così si può rendere conto degli eventuali limiti di stampa e correggere il file di conseguenza
Tutto il resto è fuffa...
AlbertoM |
marameo |
Posted - 19/09/2017 : 23:19:11 Il servizio in questione richiede un file PDF/X-1a creato con Indesign con questa TAC a 240% allora pensavo che sia anche per un fatto di responsabilità; la conversione sta al cliente per scoprire e rendersi conto che in stampa non è come a monitor e agire di conseguenza.
Al momento del prestampa possono fare repurposing da un profilo standard (come FOGRA39) verso la variante che reputano migliore per produrre una stampa uguale e magari migliore del pdf (senza che il cliente sappia di questa riconversione).
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.” |
AlbertoM |
Posted - 19/09/2017 : 22:44:00 Citazione: Postato da marameo Non volendo usare la funzione custom di Photoshop per creare un profilo con totale area copertura 240% dove trovo un profilo ICC di questo tipo o con che altri strumenti lo posso creare?
ProfileMaker, Argyll, Binuscan, i1 Profiler, BasICColor
Puoi creare un profilo ICC in CMYK con tutti i profilatori che conosca e probabilmente anche con quelli che non conosco.
AlbertoM
P.S. Se hai calibrato bene la macchina da stampa, hai già limitato sia i singoli inks che la somma totale di inks, quindi puoi tranquillamente usare un proflo ICC con TAC al 400%, che è tra l'altro la cosa migliore quanto ad accuratezza del profilo e a massima qualità di stampa |
Filippo_C |
Posted - 19/09/2017 : 21:35:49 Citazione: Postato da marameo
Citazione: Postato da AlbertoM E limitare "a mano" si faceva trent'anni fa, poi hanno inventato i profili ICC, se vuoi una TAC al 300% crei un profilo ICC con TAC al 300%, non controlli con il contagocce...
AlbertoM
A proposito, ho trovato un sito americano che offre il servizio di printing on demand e tra i requisiti menziona la densità:
"We recommend a rich black with CMYK values = 60% Cyan / 40% Magenta / 40% Yellow / and 100% Black. CMYK total value should not exceed 240%. Elements should not be built in ‘Registration’ (100% of all colors). Files sent with densities higher than 240% may be rejected for correction."
Non volendo usare la funzione custom di Photoshop per creare un profilo con totale area copertura 240% dove trovo un profilo ICC di questo tipo o con che altri strumenti lo posso creare?
Per adesso ho trovato solo questo ma 260 http://www.color.org/registry/Coated_Fogra39L_VIGC_260.xalter
Grazie
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”
La TAC è uno dei parametri che si gestiscono durante la creazione di un profilo di separazione in CMYK. Quindi la decidi nel software di creazione del profilo. Ma è un'informazione che all'atto pratico non ti serve a molto. Stai entrando in un campo che non appartiene al fotografo ma allo stampatore (nello specifico al reparto che si occupa di preparare i documenti per la stampa, leggasi PRESTAMPA). Il fotografo dovrebbe limitarsi a fornire immagini RGB con profilo allegato. Il resto lo fa il grafico seguendo uno standard (accertandosi che lo stampatore scelto lo utilizzi), o confrontandosi con lo stampatore in merito ai parametri da utilizzare per la creazione del documento (anche e soprattutto in base al contenuto del documento, e al sistema con cui verrà stampato). Traduzione: il fotografo standard non ha le competenze necessarie per andare oltre la semplice postproduzione in RGB delle sue foto. Per andare oltre non è pensabile il fai da te. Servono competenze che non spettano al fotografo standard.
Ritornando al profilo 240....... Non ha nessun senso cercarlo. Oltre la TAC nel profilo vengono utilizzate altre informazioni di base per crearlo. Carta, set di inchiostri, etc etc.... Il servizio on demand dall'altra parte del mondo che inchiostri usa ? che carta usa ? con quale punto bianco ? Se non lavora in uno standard definito (cosa molto probabile visto che è in America e chiede tac 240) DEVONO DARTI IL LORO PROFILO (da utilizzare x le immagini rgb da convertire) e indicazioni precise su quale standard utilizzare per la creazione di tinte piatte in quadricromia (informazione che serve al tuo grafico). Possono anche dirti di lasciare le immagini in RGB (per non darti il loro profilo), la conversione la farà in seguito il RIP che rasterizzerà il tuo PDF.
Cmq per me stampare dall'altra parte del mondo significa essere disposti a ricevere qualsiasi cosa. Le prove di simulazione di stampa (che io chiederei senza dubbio su una produzione di 250 copie di un libro fotografico, se non di tutto almeno di una parte a campione) come le gestisci ? Come contesti una cattiva qualità dello stampato ? In riferimento a cosa ? non so.....non la vedo una scelta affidabile. |
marameo |
Posted - 19/09/2017 : 17:12:36 Citazione: Postato da AlbertoM E limitare "a mano" si faceva trent'anni fa, poi hanno inventato i profili ICC, se vuoi una TAC al 300% crei un profilo ICC con TAC al 300%, non controlli con il contagocce...
AlbertoM
A proposito, ho trovato un sito americano che offre il servizio di printing on demand e tra i requisiti menziona la densità:
"We recommend a rich black with CMYK values = 60% Cyan / 40% Magenta / 40% Yellow / and 100% Black. CMYK total value should not exceed 240%. Elements should not be built in ‘Registration’ (100% of all colors). Files sent with densities higher than 240% may be rejected for correction."
Non volendo usare la funzione custom di Photoshop per creare un profilo con totale area copertura 240% dove trovo un profilo ICC di questo tipo o con che altri strumenti lo posso creare?
Per adesso ho trovato solo questo ma 260 http://www.color.org/registry/Coated_Fogra39L_VIGC_260.xalter
Grazie
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.” |
Lorenzo |
Posted - 19/09/2017 : 14:10:21 ... "e dove deve fermarsi il ruolo del fotografo ed iniziare quello del tecnico di prestampa."
Mi trovi d'accordo. Una cosa è stampare fotografie da fotografo, un'altra è realizzare un libro fotografico, anche a bassa tiratura. Anzi, diciamo che il fotografo avrebbe l'obbligo solo e soltanto di controllare una corretta esposizione delle proprie foto, se proprio volesse compartecipare, potrebbe normalizzare il colore e convertire le tinte piatte, ma già qui siamo nel campo della grafica. Lorenzo |
Filippo_C |
Posted - 16/09/2017 : 17:00:50 Citazione: Postato da marameo
"150:200 lpi (lines per inch) is the most commonly used screen ruling for commercial printing."
Quindi parlavi di linee/pollice. Va specificata l'unità di misura, perchè è uso comune in Italia parlare di linee/cm. 60 linee è un valore usato come standard (si parla di coppie, 60 linee/cm sono 120 linee/cm pari a 304,8 dpi). Salire di frequenza di retino aumenta la resa in stampa ma genera altri problemi in macchina da stampa, e quindi ha senso solo su macchine in ordine e con materiali di qualità (e bisognerebbe anche fornire immagini superiori a 300 dpi, 600 ad esempio nel caso di retini a 120 lpm) 150/200 linee/inch sono l'equivalente di 60/70 linee/cm (lo standard x una buona qualità con retino tradizionale). 200 linee/cm credo non esista sistema per stamparle, ma potrei sbagliarmi.
"La Sigma (copertura area totale - somma in % dei quattro colori) serve per identificare, tramite il contagoccie, le aree in cui la copertura inchiostro totale supera il limite del dispositivo di stampa (senza convertire necessariamente in CMYK)."
Qui ripeti la confusione del primo post. Il contagocce in PS ti mostrerà SEMPRE la TAC del profilo ICC impostato per il CMYK in impostazioni colore di PS. Puoi portare tutti i numeri RGB dell'immagine a 0, vedrai sempre la TAC a 300 (o quella del profilo icc usato). Infatti la norma prevede che la conversione in CMYK deve essere l'ultima cosa nella fase di postproduzione dell'immagine. Dopo di che non va più toccata altrimenti le percentuali stabilite dal profilo cambiano, ed allora si che puoi allagare tutto.
"Cos'è il puntino schiacciato?
RT Quel puntino che serviva per l'inchiostrazione nelle litografie, in fase di stampa litografica dev'essere curato, altrimenti s'inzuppa talmente d'inchiostro che crea delle sbavature intorno a sé e rende l'immagine un po' impastata, flou, la si può chiamare in molti modi questo tipo di stampa. Ci vuole pulizia e attenzione, come in ogni lavoro artigianale manuale [...]"
Aiuto...... Non si capisce di cosa parla chi ha scritto questo testo. Lo schiacciamento del punto è la variazione di dimensione del punto del retino (ingrossamento), dovuta a tanti fattori (prevalentemente meccanici della macchina da stampa). Si compensa applicando una curva di compensazione in fase di scrittura lastra. La percentuale di schiacciamento da compensare la conosce il tipografo, in base allo stato e alla qualità della sua macchina. Si usa una curva perchè il punto si "schiaccia" nella percentuale massima nei mezzitoni, scendendo fino a zero nelle percentuali 0 e 100 (3 e 97). Con i "neri chiusi" o "la stampa allagata" lo schiacciamento credo non c'entri molto.
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”
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runtu |
Posted - 16/09/2017 : 15:01:04 Mi permetto di dire cosa farei io premesso che concordo con andre, 250 copie sono un numero che fa ridere in tipografia con la velocità delle attuali macchine, non fai in tempo ad avviarla una bestia del genere.
Personalmente mi affiderei alla stampa Blurb o simili ma non per 250 copie. Ne farei quelle che presumibilmente sarei sicuro di vendere alla presentazione, presumo, della mostra che farai. Il libro lo metterei in rete per il download a pagamento della stampa, chi lo vuole paga e il libro gli arriva a casa. Oltretutto avresti una visibilità di gran lunga maggiore e non ti dovresti occupare della distribuzione. Se non ricordo male hai anche la possibilità di metterlo su Amazon. In questo modo hai un investimento iniziale relativamente basso e nessuna giacenza.
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli |
AlbertoM |
Posted - 16/09/2017 : 01:03:12 Citazione: Postato da marameo La Sigma (copertura area totale - somma in % dei quattro colori) serve per identificare, tramite il contagoccie, le aree in cui la copertura inchiostro totale supera il limite del dispositivo di stampa (senza convertire necessariamente in CMYK).
Così controlli la TAC rispetto al profilo che hai impostato nelle preferenze del colore di Photoshop, non necessariamente rispetto al profilo di stampa
E limitare "a mano" si faceva trent'anni fa, poi hanno inventato i profili ICC, se vuoi una TAC al 300% crei un profilo ICC con TAC al 300%, non controlli con il contagocce...
AlbertoM |
marameo |
Posted - 16/09/2017 : 00:33:40 "150:200 lpi (lines per inch) is the most commonly used screen ruling for commercial printing."
La Sigma (copertura area totale - somma in % dei quattro colori) serve per identificare, tramite il contagoccie, le aree in cui la copertura inchiostro totale supera il limite del dispositivo di stampa (senza convertire necessariamente in CMYK).
"Cos'è il puntino schiacciato?
RT Quel puntino che serviva per l'inchiostrazione nelle litografie, in fase di stampa litografica dev'essere curato, altrimenti s'inzuppa talmente d'inchiostro che crea delle sbavature intorno a sé e rende l'immagine un po' impastata, flou, la si può chiamare in molti modi questo tipo di stampa. Ci vuole pulizia e attenzione, come in ogni lavoro artigianale manuale [...]"
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.” |
Filippo_C |
Posted - 15/09/2017 : 21:50:08 Scusate se intervengo con tono critico, non sono un esperto al livello di tanti professionisti ultra preparati che conosco, ma per quelle che sono le mie conoscenze posso affermare che state continuando a scrivere un sacco di cose confuse ed imprecise. Credo bisognerebbe astenersi dallo scrivere quando non si è realmente preparati e si hanno le idee poco chiare sugli argomenti in questione, specie quando sono nozioni tecniche precise e non pareri e giudizi......
@ marameo
A cosa serve misurare "la Sigma CMYK" in un immagine RGB ? Cosa sarebbe un "retino a 200" ? 200 cosa ? Cosa c'entra lo schiacciamento del punto con la Tac ?
@Andre
Il Frontier NON E' UNA MACCHINA DA STAMPA OFFSET !!! Chi dice di averti fatto dei libri offset con Frontier Fuji ti ha detto una grossa fesseria (la Fuji ha una digital-offset che si chiama JetPress non Frontier) La tecnologia Indigo HP (quale Indigo ? ce ne sono un bel pò di modelli) è un ibrido, non è paragonabile in qualità ad un offset puro tipografico. E' un buon compromesso qualità/prezzo su basse tirature. La precisione e la costanza dei colori durante la tiratura sono un bel problema con queste tecnologie, per non parlare dei fondi uniformi.
Ribadisco la mia idea: per realizzare un libro di fotografie (magari con occhio esigente per la qualità finale) non si può pensare di muoversi nel campo fai da te. Bisogna affidarsi a chi conosce i processi, che può consigliare quale strada prendere e dove deve fermarsi il ruolo del fotografo ed iniziare quello del tecnico di prestampa. Quando si spendono bei soldini per 250 libri da 150 pagine ed il lavoro non viene bene, stabilire le responsabilità non è per niente facile. Figuriamoci quando c'è anche del fai da te. Altamente sconsigliato !!!
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CarloPolaroid |
Posted - 14/09/2017 : 19:00:41 Info utili , grazie.
Carlo |
marameo |
Posted - 10/09/2017 : 13:09:17 La stampa offeset è in quadricromia dove la somma degli inchiostri CMYK può andare da zero a 400% ma la carta può reggere ad esempio fino ad un massimo del 300% (total area coverage). Si possono ottenere diversi tipi di nero, solo con l'inchiostro K o con l'aggiunta di CMY, ma sempre rimanendo dentro la % massima per quella carta per evitare il punto schiacciato o "stampa allagata".
In PS si può rimanere in RGB e usare il contagoccie, selezionando nella paletta info la Sigma (la sommatoria di CMYK - Total Ink) e controllare se nelle parti di nero profondo si supera il 300% (magari un libro di qualità regge fino al 350%).
Potrebbe risultare utile convertire l'immagine in CMYK con il profilo ISO Coated v2 (ECI) per fare queste prove.
Per altre info sulla stampa offset: http://www.boscarol.com/blog/?p=6545
PS: in un suo libro Margulis sosteneva che il retino a 200 va benissimo per fotografia di qualità.
“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.” |
CarloPolaroid |
Posted - 08/09/2017 : 11:39:33 @Filippo per densità di neri intendevo che le mie foto, fatte a concerti jazz, presentano spesso dei neri molto fondi (ma non neri puri ovviamente) e un tecnico di una tipografia (purtroppo non quella che vorrei usare!) per prima cosa mi ha avvertito che andavano schiariti un po' per evitare problemi in stampa, mi pare che in gergo da tipografi si dica "stampa allagata" quanto c'è troppo inchiostro nero sui neri e si impasta il tutto. anche per lo sharpening mi risulta che ci siano dei valori da usare per la stampa tipografica (che tende ad essere più mordida, giusto?) diversi che per altri output ... detto questo , sì, ho idee molto confuse. E comunque grazie ancora!
Carlo |
CarloPolaroid |
Posted - 07/09/2017 : 18:40:31 Grazie mille a andre e filippo! Il problema di avere 2000 copie al prezzo di 200 è che rischio di rimanere con la cantina riempita da 1500 copie che non comprerà mai nessuno . Diciamo che mi piacerebbe capirci di più per essere sicuro: a) se la tipografia è in grado di fare un lavoro discreto b) se il retino da 200 linee, come mi dicono, va bene, perchè a me risultava necessario per la fine art arrivare a 300 c) se davvero con l'offset si arriva a una qualità migliore che con la stampa digitale, dove il costo per copia è lineare. Farei anche un corso sull'argomento o prenderei un consulente, se ne trovo uno a prezzi ragionevoli ...
Carlo |
andre_ |
Posted - 06/09/2017 : 20:50:42 @Carlo Purtroppo 250-500 copie sono un numero infame... Se ne fai poche decine, tecnologie Indigo, Frontier o altre sono ancora la scelta migliore. Offset e derivati diventa decisamente conveniente per numeri decisamente piú alti. Quella cifra é un terno al Lotto, perché le offerte a prezzo migliore sono purtroppo in mano a degli incapaci. Devi essere tu a dare un valore veniale al "Km zero", che capisco benissimo possa essere un valore aggiunto, ma devi fare i conti con stampatori cinesi che ti offrono di fare duemila copie al prezzo che pagheresti in Italia per 200.
Sul come trattare il "prodotto finito" su iD é il caso di aprire un topic separato. Vedo che non hai esperienza, e le soluzioni sono come spesso accade numerose quanto gli esperti del settore. Ognuno ha la sua ricetta personale, magari ottimizzata dopo anni di esperienzza con pochi stampatori, e tutte sono come minimo buone. Tieni presente che il colore per stampe a grandi tirature viene controllato in maniera diversa da come si é abituati a fare nella stampa fine art. Descrivendo il metodo con l'accetta ed in maniera imprecisa ma comprensibile, altrimenti Filippo ha da ridire, nella stampa a grandi tirature il profilo colore viene definito in maniera "oggettiva", ed é la macchina di stampa che deve adeguarsi al profilo. Nella stampa fine art il procedimento é inverso, con un profilo personalizzato per ogni stampante. Ovviamente le tolleranze accettate sono ben diverse, molto piú alte (al limite dell'inaccettabile per fotografie) per stampe a grandi tirature. Gli stampatori migliori riescono ad ottenere grigi vicini alla perfezione, magari sacrificando altri colori, permettendo BW guardabili. Blurb é un ottimo esempio di colore trattato bene nei limiti del possibile per grandi tirature (tecnologia Indigo). Ci sono ancora (purtroppo, aggiungo io) stampatori offset che calibrano tutto a mano, ed il risultato dipende esclusivamente dalla loro esperienza, filtrata dal loro gusto personale. Mio zio era uno di quelli, ed é appena andato in pensione (a quasi 80 anni...). Non ti sto a descrivere le discussioni che ho avuto con lui nel corso degli anni... Oggi ci sono diversi professionisti che fanno le cose con cognizione di causa e conoscendo un po' di teoria del colore. La differenza nei risultati (o meglio, la costanza e ripetivbilitá) é evidente. Purtroppo io non ne conosco nessuno in Italia.
@Filippo Sulla misora dei retini hai ovviamente ragione, infatti non ho risposto perché era chiara la mancanza di esperienza e volevo capire prima quali fossero le esigenze. Sulle tecniche di stampa Frontier... So che Indigo ed altri sono piú usati, e ho usato il termine in maniera non del tutto appropriata. Ma non é un errore., come testimoniano diversi libri che ho prodotto. Sulle 250 copie, rimango della mia opinione che sono poche per sancire un costo decisamente inferiore della stampa offset. É una zona grigia, soprattutto ragionando in maniera globale. Ovvio che ci sono dei bias basati sull'esperienza personale, non lo nego, ma credo ci siano da parte di tutti. a_
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Filippo_C |
Posted - 06/09/2017 : 00:09:20 Avete le idee abbastanza confuse...... I retini non si misurano in dpi ad esempio, il Frontier è un minilab fotografico chimico e 250 copie di un libro di 150 pagine devi stamparlo offset in tipografia (e pure in una decente se si tratta di contenuti fotografici), non in un laboratorio fotografico. Per tutte le altre domande la risposta è una sola: PRESTAMPA. Devi affidarti ad un tecnico di prestampa, che sia esterno o interno alla tipografia (e che sia preparato se vuoi un libro stampato bene). Come preparare i file te lo dirà lui, ti conviene lasciarle in RGB per il momento. E purtroppo lo sharpening e la "densità dei neri" (che non significa nulla) non sono roba di decenni fa :-)
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CarloPolaroid |
Posted - 05/09/2017 : 20:54:23 andre sono mooolto più indietro. Frontier per esempio non so cosa sia :-( Comunque hai capito bene il problema: sto cercando l'editore per un libro di fotografie (circa 150 pagine, almeno 250 copie, massimo il doppio) che vorrei avesse un minimo di visibilità (un ISBN almeno, non spero in una distribuzione, al limite su Amazon) Ho trovato una buona tipografia in zona mia che ha anche una "casa editrice" e che mi dicono che lavora bene, ma ho visto tante volte foto stampate in modo triste, e volevo un prodotto di qualità. Poi un prodotto a km zero sarebbe spendibile in termini campanilistici (Festival Jazz locale, si pensa di venderlo più che altro in zona, solite cose da provincia profonda ...) Quindi non posso scegliere il tipo di stampa, posso solo cambiare tipografia/editore se trovo di meglio. Un editore di Firenze (Masso delle Fate) che fa libri a pagamento mi aveva dato l'impressione di saper valutare meglio queste problematiche di quello locale, ma era decisamente più caro. Mi sembra di capire che una volta che uno ha il prodotto finito (io ce lo avrei in InDesign) sia possibile mandare il tutto al service cinese, ma non ho idea di come muovermi. Anche qui, vedi come sono a zero, ho inserito in inDesign dei TIF esportati da Lightroom ... (e già questa magari è una boiata!) ...
Carlo |
andre_ |
Posted - 05/09/2017 : 20:00:18 Da quello che scrivi capisco che vuoi semplicemente stampare un libro di fotografie a tiratura media o medio/alta. Dicci di piú su quello che ti serve.
Ho diversi anni di esperienza alle spalle, e credo non mi sia mai capitato di poter scegliere il tipo di stampa... Di solito é il contrario, e ti devi adattare al laboratorio.
Perché se puoi scegliere, evita completamente la stampa a retini e simili, e vai direttamente dal frontier in su. Ci sono servizi (quasi sempre basati in Cina o HK) che hanno prezzi decisamente minori di qualsiasi tipografia italiana ed europea.
Puoi avere il profilo colore, e spesso delle prove (chiaramente si pagano, ma nemmeno troppo). E risparmi tutti i problemi di aumenta lo sharpening, e fai i neri meno densi che sono roba di decenni fa. a_
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