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 Conservazione stampe su carte opache

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I N I Z I O    T O P I C
Luca Vecoli Posted - 13/08/2014 : 12:28:51
Qual'è il modo migliore per conservare le stampe su carte matt visto che sono estremamente sensibili ai graffi e ditate? Gli spray che sono in commercio come fissatori funzionano?
27   U L T I M E    R I S P O S T E    (Le più recenti in alto)
AlbertoM Posted - 26/09/2014 : 22:38:17
Oppure create solo il topic nuovo, ricopiando i vostri interventi che io ripulisco questo

AlbertoM
AlbertoM Posted - 26/09/2014 : 17:35:50
Se create 2 discussioni separate, copiando e incollando i contributi attuali (ciascuno i propri), io posso cancellare questo topic

AlbertoM
rosario_ge Posted - 26/09/2014 : 14:30:11

L' etica del topic duro e puro , pur lodevole nelle intenzioni e cartesianamente ineccepibile, mi sembra comunque impoverisca il piacere dello scambiare idee , pensieri e notizie tra 'amici' , o, se si vuole, tra corrispondenti affini seppur relativamente .
Non sposo peraltro la cotica, ovvero il casino inconcludente , senza un capo e una coda ma un certo diritto di OT credo vada conservato, per evitare di trasformare un luogo interessante e piacevole in un abbecedario.
E' purtroppo ovvio che in questo modo
[quote]Postato da runtu
...chi cercherà consigli sulla conservazione delle carte opache si annoierà a leggere info su LR e chi cercherà consigli su LR non troverà un tubo...
Ma forse, veltronianamente, anche no....


-----------------
ro
andre_ Posted - 26/09/2014 : 11:15:34
Ops…
Indiciamo un premio per il maggior numero di OT nello stesso topic?
Ho buone probabilitá di vincere.
a_


www.justnuances.com
Michele Volpicella Posted - 26/09/2014 : 11:04:20
Carlo, purtroppo hai ragione, ma mettere in riga dei "creativi" non è semplice ;)



Stampatore Fine Art
www.slowprint.it
runtu Posted - 26/09/2014 : 07:30:07
...chi cercherà consigli sulla conservazione delle carte opache si annoierà a leggere info su LR e chi cercherà consigli su LR non troverà un tubo...

carlo rondinelli
http://flickr.com/photos/carlorondinelli
....seconda grande passione:http://www.x-plane.it/index.php
....terzo grande vizio: http://www.maledettotoscano.it/
andre_ Posted - 25/09/2014 : 07:44:52
Citazione:
Postato da marameo

Ok, quindi in pratica usate l'Adjustment brush (con Clarity, Esposizione, etc...) direttamente in LR.


Si, ma non dimenticare il Radial Filter (Shift+M) ed il graduated Filter (M).
Spessissimo fanno la stessa cosa del pennello (specialmente con l'Auto Mask attivata), ma in un quinto del tempo.
Ed a volte in maniera molto piú piacevole all'occhio.
a_

www.justnuances.com
marameo Posted - 25/09/2014 : 01:28:22
Ok, quindi in pratica usate l'Adjustment brush (con Clarity, Esposizione, etc...) direttamente in LR.

Grazie


“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”
Michele Volpicella Posted - 24/09/2014 : 22:21:32
Citazione:
Postato da marameo

Citazione:
Postato da andre_


La maniera piú immediata é quella di "disegnare" le maschere (piú o meno, delimitando l'area che interessa) ed indicare gli EV di differenza rispetto al provino.



Per curiosità, queste maschere di luminosità in ambito di PP digitale hanno similitudini con le famose luminosity mask (Tony Kuyper - Dark Darks, Darks, Lights, Bright, Lights) di cui tanto sento parlare?

Con questa mia ultima domanda finisco l'OT.


“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”



No, sono un'altra cosa. Oggi coi nuovi poteri super-naturali di LR (specialmente la nuova Clarity) si usano molto poco. Comunque la maschera di luminosità su PS è accessibile in modo 1000 volte più rapido di quanto descritto nei vari tutorial tramite uno shortcut...che adesso non ricordo, ma deve essere Alt+Ctrl+2 o +F2 o qualcosa del genere (basta consultare la liste degli shortcut di PS).



Stampatore Fine Art
www.slowprint.it
andre_ Posted - 24/09/2014 : 21:38:05
Citazione:
Postato da marameo
Per curiosità, queste maschere di luminosità in ambito di PP digitale hanno similitudini con le famose luminosity mask (Tony Kuyper - Dark Darks, Darks, Lights, Bright, Lights) di cui tanto sento parlare?


Non avevo mai sentito parlare di questa cosa fino a mezz'ora fa.

Ho guardato il sito del cratore (goodlight.us), e francamente mi é sembrato il solito diluvio di parole di chi ama sentirsi parlare…
Mi pare che esistano ottimi plugins che fanno tutto quanto fa lui complicandosi la vita, solo in maniera piú dosabile ed automatica.

Comunque no, quello che intendo io ha a che vedere con le maschere di correzione in Lightroom (senza nemmeno scomodare Photoshop), e semmai gradienti.
a_

P.S. quando qui sopra mi riferisco all'uso che ne faccio io con i miei clienti, intendo in camera chiara, su files digitali.


www.justnuances.com
marameo Posted - 24/09/2014 : 20:50:50
Citazione:
Postato da andre_


La maniera piú immediata é quella di "disegnare" le maschere (piú o meno, delimitando l'area che interessa) ed indicare gli EV di differenza rispetto al provino.



Per curiosità, queste maschere di luminosità in ambito di PP digitale hanno similitudini con le famose luminosity mask (Tony Kuyper - Dark Darks, Darks, Lights, Bright, Lights) di cui tanto sento parlare?

Con questa mia ultima domanda finisco l'OT.


“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”
andre_ Posted - 24/09/2014 : 19:35:42
Citazione:
Postato da marameo
Per curiosità, come si leggono queste indicazioni? Nel senso, se volessi comunicare al mio stampatore quali parti della foto debbano avere maggiore/minore luminosità (immagino sia scherma e brucia, a mano sotto l'ingranditore) queste indicazion sono un linguaggio vero e proprio?


La maniera piú immediata é quella di "disegnare" le maschere (piú o meno, delimitando l'area che interessa) ed indicare gli EV di differenza rispetto al provino.

Maschere concentriche vanno lette per somma (una maschera di +0.7 all'interno di una da +1.0 sono +1.7EV).

Io uso questo sistema abitualmente con quelli tra i miei clienti che vogliono/sono in grado di interagire nelle decisioni di sviluppo delle foto.
Con gli altri mi metto intorno ad un tavolo con un provino e loro "descrivono" quello che vogliono (ed io disegno la maschera, per ricordarmi poi).

Non sempre un metodo é migliore dell'altro.
a_


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marameo Posted - 24/09/2014 : 18:15:58
Citazione:
Postato da andre_


Sulla sinistra ci sono le indicazioni per le maschere e le esposizioni controllate in darkroom.


Per curiosità, come si leggono queste indicazioni? Nel senso, se volessi comunicare al mio stampatore quali parti della foto debbano avere maggiore/minore luminosità (immagino sia scherma e brucia, a mano sotto l'ingranditore) queste indicazion sono un linguaggio vero e proprio?


“How long do you think a man’s legs should be?”, “Long enough to reach the ground.”
Conte Oliver Posted - 18/09/2014 : 13:57:51
Personalmente adotto lo stesso sistema di Michele, spray Hahnemuhle in tre passate intervallate incrociate e intervallate da qualche minuto e fin'ora non ho avuto problemi. Certo che, come oggi, sto preparo parecchie stampe per un'esposizione, sniffo colla come un bambino delle favelas :-(.
Michele Volpicella Posted - 14/08/2014 : 20:52:28
Citazione:
Postato da andre_

Luca, scusami per l'OT, ma gli ultimi post rispondevano ad Umberto.

Ma il mio pensiero rimane quello ben sintetizzato da Rosario: le stampe si rifanno al bisogno.
Credo che per qualsiasi uso ne si debba fare il consiglio di Michele resti la soluzione migliore.
Oltre, non c'é altro che la cura piú attenta e dei fogli di carta neutra senza additivi da frapporre alle diverse stampe quando le si impila per trasporto o stoccaggio.



Se poi qualcuno ha altri consigli, spero non si trattenga dal risponderi dopo che ho "sporcato" il topic con l'ennesimo OT.
a_

P.S. Rosario, per la faccina meriti una linguaccia.


www.justnuances.com



Anch'io sono sempre d'accordo con André



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andre_ Posted - 14/08/2014 : 19:08:28
Luca, scusami per l'OT, ma gli ultimi post rispondevano ad Umberto.

Ma il mio pensiero rimane quello ben sintetizzato da Rosario: le stampe si rifanno al bisogno.
Credo che per qualsiasi uso ne si debba fare il consiglio di Michele resti la soluzione migliore.
Oltre, non c'é altro che la cura piú attenta e dei fogli di carta neutra senza additivi da frapporre alle diverse stampe quando le si impila per trasporto o stoccaggio.


Se poi qualcuno ha altri consigli, spero non si trattenga dal risponderi dopo che ho "sporcato" il topic con l'ennesimo OT.
a_

P.S. Rosario, per la faccina meriti una linguaccia.


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rosario_ge Posted - 14/08/2014 : 18:50:10
Ultimamente sono quasi sempre in accordo con andre...
A parte che la disamina può riassumersi nel semplice concetto che oggi se una stampa si 'rovina' , la ristampi esattamente com'era , mentre ai tempi argentici dovevi rifare tutto da capo e non era detto che venisse fuori la stessa stampa...
E comunque, per quel che mi sembra, non è che le stampe matt si rovinino solo a guardarle; le mie, disseminate dappertutto , sotto vetro o semplicemente nel passepartout , mi pare che reggano senza particolari problemi. Ovviamente trattate con un minimo di garbo .....

-----------------
ro
Luca Vecoli Posted - 14/08/2014 : 18:36:46
@andre_ tutta questa tua disamina non risolve il problema dell'estrema fragilità delle carte opache. Poi ogni tanto pensare che il progresso non esiste fa bene, credimi!
andre_ Posted - 14/08/2014 : 17:45:58
L'Agenzia Magnum ha rilasciato nel corso del tempo molte immagini "prima e dopo", proprio per valorizzare l'opera dei suoi stampatori.

Un altro esempio che trovo molto istruttivo é questa altra famosissima foto di Dennis Stock, con James Dean che cammina (mi pare a NYC).


Sulla sinistra ci sono le indicazioni per le maschere e le esposizioni controllate in darkroom.

…Giusto per zittire chi dice che "una volta le foto erano come uscite dalla macchina, non come adesso con Photoshop ed il digitale".
a_

P.S. Quella foto era piuttosto sottoesposta, in partenza...


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andre_ Posted - 14/08/2014 : 17:38:45
In giro per il web ci sono diverse copie della scansione della lastra, sinceramente non mi ricordo dove presi questa specifica immagine per poi postarla su facebook. Magari le ho unite io, non mi ricordo.

Qui un esempio: http://rcodaphotography.blogspot.dk/2010/01/inspirations-24-moonrise.html
a_


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bert Posted - 14/08/2014 : 17:27:40
Andre, per cortesia, ci puoi dire la fonte della foto originale di Adams?
Grazie.
Umberto
andre_ Posted - 14/08/2014 : 16:05:54
Citazione:
Postato da Luca Vecoli
Però che cacchio di progresso è se non si risolve sto problema?


Il progresso c'é giá, ed é talmente sotto gli occhi che spesso ce lo dimentichiamo.

Metto un esempio: a sinistra la fotografia originale di Ansel Adams, a destra la stampa che il mondo conosce.
Una cinquantina di anni prima di Photoshop.



In darkroom c'é tanto di quel lavoro, che la stampa in pratica é un pezzo unico. Magari replicato piú volte, ma in diversi pezzi unici.
Molto probabilmente quella stampa (o quelle stampe) é rovinatissima, perché se andiamo a guardare bene non é che le stampe una volta durassero poi cosí tanto, in particolare se a colori.

Oggi invece tutto il lavoro che andava fatto (e ri-fatto) in darkroom é "spostato" prima, nel computer.
Ed una volta fatto rimane lí, pronto per essere ristampato.
…E se la tecnologia di stampa e la carta migliorano (anche marginalmente), non avró solo una stampa dai toni ed eventualmente dai colori sempre corretti, ma perfino migliore della prima (che se vogliamo é l'originale).

Semmai é obsoleta l'idea che una stampa vada necessariamente conservata e si pretenda duri nel tempo…

Ovviamente sto estremizzando, ma tutto sommato non tanto.
Un conto é la giusta richiesta che la stampa sia protetta e per quanto possibile inalterata fino a che deve fare il suo mestiere, un altro é l'idea di metterla in una scatola per i posteri.
Meglio pensare a dei validi backup.
a_


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frank55 Posted - 14/08/2014 : 15:42:24
Forse aver definito "mischione" la miscela del collega ne ha svilito la qualità ma penso seriamente che il risultato che ha raggiunto con la sua vernice di finitura sia ottimo e duraturo.

Anche la vernice protettiva indicata da Michele è un buon compromesso. Per pulire la stampa dalla polvere si può usare anche l'aria compressa con un getto regolato su 4 atmosfere :-)

"Però che cacchio di progresso è se non si risolve sto problema?"

Ho un quadro ad acquarello in sala, degli anni '80, fatto da un mio amico artista ma sappiamo tutti e due che non ha più gli stessi colori che aveva 35 anni fa, quando fu realizzato. Per sfizio l'ho fotografato e stampato e quando l'amico l'ha visto ha ammesso che la stampa, fatta su carta William Turner era più bella dell'originale. La copia gli ha ridato l'originario splendore. Ma a me continua a piacere di più l'originale...

Credo che l'aspetto materico della stampa sia un dato fortemente soggettivo.

Le stampe chimiche su carta lucida del millennio scorso, dopo l'ascigatura passavano alla smaltatura, non prima di essere state spuntinate a dovere con pennello e china per togliere i piccoli difetti del negativo ed erano, tutto sommato, non tanto più resistenti di quelle attuali.

A me personalmente piacciono molto le carte textured e quindi a maggior ragione soffro se lo specifico del materiale viene sottratto alla percezione. Il sistema che ho trovato, per stampe di piccole dimensioni da maneggiare a mano è perfetto, soprattutto perché in genere le persone normali non sono così pericolosamente maniaco-ossessive come una buona parte dei fotografi-stampatori e non troveranno certo alcuna differenza.

Probabilmente ci si arriverà, a trovare un prodotto migliore.

Per ora secondo me il top è il vetro museale antiriflesso. E' incredibile perchè se non lo vedi non ci credi e in effetti non riesci quasi a vederlo: è semplicemente come se non ci fosse.

Peccato che costi 300 euro al metroquadro.


Luca Vecoli Posted - 14/08/2014 : 13:54:57
Dubbio tecnico: ma come si fa a sapere se i "mischioni" nel tempo non finiranno per ingiallire o altro ancora? Personalmente l'unica cosa che disturba della stampa inkjet è che le stampe non mi sembrano fotografie con la maggioranza delle carte in commercio. Devo dire che le opache hanno una loro delicatezza: ma che me ne faccio se sono così vulnerabili? Se poi ci devo dare sopra una vernice antigraffio, tipo carrozziere, finisco per ammazzare la textur della carta che mi è costata un occhio della testa!! Poi va bene, se andate a vedere le fotografie originali di WeeGee troverete di quelle stampe disastrate da far paura; per dire che potrebbe importare poco l'aspetto "estetico". Però che cacchio di progresso è se non si risolve sto problema?
Michele Volpicella Posted - 14/08/2014 : 12:10:55
Dopo l'applicazione dello spray è importante non toccare la stampa e quando va spolverata, non va fatto mai col panno ma solo col pennello "spolverino".
Va spruzzata da almeno 40cm di altezza e non ho problemi neanche col 60x90 o formati superiori. Dò 3 spruzzate, girando il senso delle passate di 90° e lasciando 3-5 minuti tra una passata e l'altra.
But...YMMV!


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frank55 Posted - 14/08/2014 : 12:05:20
Esiste una vernice protettiva da dare a rullo: Hahnemühle Varnish - (http://www.hahnemuehle.com/en/digital-fineart/hahnemuehle-varnish.html) che è studiata però solo per la tela: opaca, semi e gloss.
L'ho sperimentata con buoni risultati su carta textured, la William Turner da 310 grammi e mi pare funzioni bene. E' come una pellicola incolore (tipo vinavil) che non altera minimamente la stampa.
Probabilmente non funziona altrettanto bene su carta smooth, liscia, tranne che non venga data a spruzzo da un mago della verniciatura ma non garantisco. Ho provato a darla a spruzzo su tela ma non è per nulla facile, oltre al fatto che occorre esssere attrezzati ed avere un luogo adatto e poi si consuma più materiale.
Sulla carta rugosa invece, come la Turner, non ci sono problemi visto che la superficie irregolare del materiale maschera l'eventuale non uniformità della distribuzione della vernice, distesa con un rullo. Meglio acquistare il rullo di materiale schiumoso appositamente fatto per questa vernice per evitare problemi tipo bollicine e simili.

Alcuni colleghi si sono inventati vernici con mischioni di loro invenzione, di cui non tramandano la ricetta segreta... Ho acquistato una bella foto da un fotografo in Toscana che dopo vari esperimenti pare abbia trovato la quadratura del cerchio.
La sua stampa è nella mia sala, senza vetro e pasticciabile con i polpastrelli, su carta tipo barita e non ha l'aspetto plasticoso, anche se questa è una mia valutazione soggettiva.
Realizza lui la miscela e poi quando ha un certo numero di foto le vernicia tutte insieme.
Personalmente con lo spray Hahnemühle non mi sono trovato bene.
A parte il costo se devi proteggere stampe 60x90, forse perchè non riesco a darlo in modo uniforme, rimane comunque il problema della fragilità. Se la foto rimane esposta senza protezione prima o poi andrà pur spolverata e quindi siamo daccapo. Se sta in un book meglio lasciarla com'è, con una bella velina sopra.





Michele Volpicella Posted - 13/08/2014 : 21:19:40
Io uso 3 passate di spray Hahnemühle. Aiuta molto, ma non elimina il problema, questo deve essere chiaro altrimenti si va incontro a grosse delusioni.



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