I N I Z I O T O P I C |
nadirfly |
Posted - 13/01/2013 : 20:09:51 Buona sera a tutti voi... Ho visto delle straordinarie stampa fine art ad una mostra. Non vi dico la qualità stessa della foto... Sono stato molto colpito. Considerando che ho un plotter della Canon, un ipf6300 12 colori a1 gestito dal rip della powerplotter, mi sono messo alla ricerca di info in merito alla stampa di questo tipo di foto. Mi piacerebbe realizzare stampe diciamo 30x40 che al tatto siano delicate, dai toni caldi e squisitamente matte... Che carta a tal proposito utilizzare? Mi sono sbalordito dalla mole di prodotti esistenti in casa Hahnemuhle... Ma che prendere? Grazie dell'aiuto
Gianni |
15 U L T I M E R I S P O S T E (Le più recenti in alto) |
Maestrale |
Posted - 17/01/2013 : 12:21:32 Citazione: Postato da andre_ hai ragione a dire che siamo OT, per cui io finisco la discussione qui.
Mi associo ad Andrea per concorso di colpa, in qualità di primo istigatore all'OT.
Claudio
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runtu |
Posted - 16/01/2013 : 10:59:06 Tornando in topic, oltre alle due carte di Hahnemuhle, sono in procinto di ordinare e provare le carte vendute da Photoactivity, in particolare due Schoeller che utilizzerò per i lavori commerciali anche se ripongo ottime speranze per la Felix Schoeller Matte che penso di utilizzare anche per stampe più impegnative.
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli ....seconda grande passione:http://www.x-plane.it/index.php ....terzo grande vizio: http://www.maledettotoscano.it/ |
andre_ |
Posted - 15/01/2013 : 23:23:04 Citazione: Postato da runtu Chi è che stampa? Il cliente? No, io a casa mia e se a casa mia le stampe ti piacciono e a casa tua no il problema è tuo non mio.
...Peccato che io mangio solo se le mie stampe piacciono al cliente, non a me. Se gli dico "L'illuminazione é un problema tuo", di sicuro il cliente si affeziona.
Ovvio che le cose sono soggettive e vanno spiegate. Ma di certo un locale non cambia l'illuminazione perché io gli faccio delle stampe buone per una visione in ambiente controllato (e nemmeno una galleria, se é per quello, o almeno molto poche). Quindi o ti arrangi oppure ti attacchi nell'attesa di trovare un altro disposto a pagarti un prezzo equo per le stampe.
Ma hai ragione a dire che siamo OT, per cui io finisco la discussione qui. a_
www.andre-photo.org |
runtu |
Posted - 15/01/2013 : 23:12:33 Scusate ma non era meglio aprire un topic specifico? Oltretutto di questa cosa si è già parlato mentre la domanda iniziale era un'altra.
E comunque visto che si è andati OT giudico una emerita strunxxxta stampare in base all'illuminazione ambiente del cliente. Illuminazione che è formata almeno da tre fattori:
_il tipo di luce utilizzata (led, filamento, neon ecc.); _il tipo di luce naturale che varia durante le stagioni e ore del giorno; _il colore delle pareti su cui si riflettono le due componenti citate.
...se poi il cliente è pure daltonico o ha degli spostamenti cromatici abbiamo fatto Bingo.
Chi è che stampa? Il cliente? No, io a casa mia e se a casa mia le stampe ti piacciono e a casa tua no il problema è tuo non mio.
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli ....seconda grande passione:http://www.x-plane.it/index.php ....terzo grande vizio: http://www.maledettotoscano.it/ |
Maestrale |
Posted - 15/01/2013 : 19:21:17 Grazie per le numerose dritte e impressioni Andrea. Non posso fare a meno di pensare che la corretta gestione del colore ci porti certamente nella direzione giusta, ma fino ad un certo punto, poi nell'esperienza diretta subentrano la soggettività e l'occhiometria, che tornano in nostro soccorso quando ormai le abbiamo provate tutte...
Claudio
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andre_ |
Posted - 15/01/2013 : 19:05:57 Generalmente lo scaldo (poco) se l'ambiente é molto, molto caldo (come ad esempio il ristorante di cui sopra), altrimenti lo lascio invariato. Le ombre le apro (poco, molto o in maniera esagerata), proprio per compensare l'effetto che descriveva Michele. In linea di massima, se la luce é una normale al Tungsteno o alogena basta aprire poco e soprattutto nelle ombre profonde, mentre se l'ambiente é proprio romantico e da coppiette in luna di miele apro in maniera piú lineare quasi fino a metá istogramma.
Mi é capitato, molto recentemente, di preparare stampe per una mostra in un ambiente ben illuminato da faretti alogeni (3000-3200K), e dover raffreddare le ombre, che altrimenti le si vedeva eccessivametne calde. Cioé l'effetto dei faretti era praticamente neutro sule luci ed i toni medi, mentre le ombre venivano scaldate in maniera davvero esagerata. Erano tutte foto in notturna, sia BW che colori, stampate su Ilford Gold Silk (la mia carta preferita) con la Epson 3880. Lo riporto perché un poco mi ha sorpreso, ma effettivamente ho notato che anche altre volte avevo avuto lo stesso problema, ma lo avevo sottovalutato. Sará perché generalmente le ombre sono piú fredde li loro, nelle foto in piena luce, per cui un leggero riscaldamento dovuto all'illuminazione é quasi auspicabile... Ma queste foto in notturna avevano le ombre ad una temperatura molto simile al resto, oppure gli inchiostri della 3880 (originali) hanno risposto in questa maniera, oppure non so. a_
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Maestrale |
Posted - 15/01/2013 : 18:40:41 Citazione: Postato da andre_ in genere fare vedere un paio di stampe preparate ad hoc, e magari esagerate apposta , aiuta non poco. Indendo dire una fatta a regola d'arte, e l'altra con un Bianco piú caldo e con le ombre molto piú aperte, ad esempio. Le si mette sotto una luce certificata a 5000K, e subito dopo sotto una lampadina ad incandescenza.. Ed il gioco é fatto. Ho arredato diversi ristoranti ed alberghi in questo modo, ed ancora adesso a distanza di anni mi chiedono di preparare le foto in modo che vangano stampate ed apprezzate con l'illuminazione tipica di una sala del ristorante, calda e soffusa.
Ma quindi in illuminazione calda e soffusa, il bianco dell'immagine lo scaldi per accordarsi all'ambiente o invece lo raffreddi per compensare il giallo del tungsteno? e le ombre le apri o le chiudi? nel mio caso, le stampe a pigmenti su PhotoRag Baryta mi sembrano un po' troppo scure, particolarmente nelle ombre, in condizioni di luce non ottimale (bassa ad incandescenza ad esempio, oppure luce morbida riflessa da una finestra) e per questo sarei tentato di schiarirle... In luce intensa invece le ombre si mostrano bene aperte e dettagliate, molto simili al file.
Quanto a pregi e difetti fra dyes e pigmenti, confesso di non essermene mai interessato perché non stampo in proprio, ma una ricerchina fra i vecchi topic può certamente giovarmi...
Claudio
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andre_ |
Posted - 15/01/2013 : 18:16:10 Citazione: Postato da Gianluke
Poi sono problemi suoi a valorizzarla e ad illuminarla correttamente. L'importante che lui la veda da te in condizioni corrette avvertendolo che andrebbe vista in determinate condizioni di illuminazione
Hai certamente ragione, ma nella mia esperienza piú spesso é il contrario. Cioé il cliente vuole le stampe fine art per "valorizzare l'ambiente" che giá c'é, oppure per una esibizione in un determinato ambiente. Ed anche le gallerie d'arte piú spesso che no hanno illuminazioni "d'effetto" piuttosto che secondo una norma o un'altra.
In via del tutto personale preferisco queste ad altre piú "a norma" ma piú asettiche. Ma é un gusto personale, come detto.
Poi é ovvio che la cosa viene discussa con il cliente, e gli vengono spiegati i limiti di una o dell'altra soluzione. ...Ed in genere fare vedere un paio di stampe preparate ad hoc, e magari esagerate apposta , aiuta non poco. Indendo dire una fatta a regola d'arte, e l'altra con un Bianco piú caldo e con le ombre molto piú aperte, ad esempio. Le si mette sotto una luce certificata a 5000K, e subito dopo sotto una lampadina ad incandescenza.. Ed il gioco é fatto. Ho arredato diversi ristoranti ed alberghi in questo modo, ed ancora adesso a distanza di anni mi chiedono di preparare le foto in modo che vangano stampate ed apprezzate con l'illuminazione tipica di una sala del ristorante, calda e soffusa. ...Immagina di mangiare con dei fari che sparano luce D50 sui quadri alle pareti.
Ovviamente ho fatto apposta il ragionamento piú estremo, ma nemmeno poi tanto. a_
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andre_ |
Posted - 15/01/2013 : 18:00:49 Citazione: Postato da Maestrale In sostanza: voi preparate le immagini in funzione dell'ambiente che le ospiterà (sacrificandone quindi la resa in luce solare diretta)
Io faccio cosí, quando so dove andranno le stampe (o quando lo posso immaginare con una buona approssimazione).
Trovo che il vantaggio delle carte baritate rispetto alle semilucide o perlate sia anche sulla tenuta in ambienti mal illuminati, perché l'effetto che descrive Michele é importantissimo ed é indispensabile tenerne conto. (O magari é semplicemente il fatto che ho piú esperienza con carte baritate piuttosto che perlate, non so).
Come é necessario, se possibile, tenere conto della presenza di un vetro davanti (o peggio un qualcosa non di vetro), perché sottrae molta luce alla stampa.
Quando stavo in Italia avevo una buona collezione di lampadine e vetri, per guardare le stampe cercando di capire come saranno esposte poi... a_
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Michele Volpicella |
Posted - 15/01/2013 : 17:32:19 Citazione: Postato da Maestrale
Scusate se m'inserisco con una domanda forse non perfettamente a tema, ma il titolo del topic sembra contenerla: non si parla spesso delle caratteristiche d'illuminazione dell'ambiente in cui la stampa andrà effettivamente esposta e vorrei capire come mediamente vi comportate nel preparare i files "master". Ho recentemente stampato su Hahnemuhle PhotoRag Baryta (la mia preferita) tutte le anteprime ProPhoto delle mie panoramiche, che mostrano eccellenti colori ed equilibrio (piuttosto fedeli al file) se viste alla luce solare diretta, ma si spengono e scuriscono poi clamorosamente in interni, anche se luminosi, quando non opportunamente illuminate. In sostanza: voi preparate le immagini in funzione dell'ambiente che le ospiterà (sacrificandone quindi la resa in luce solare diretta), oppure fate in modo che sia l'ambiente ad adattarsi alle stampe già buone, illuminandole a dovere? (nello specifico penso a quali consigli dovrei dare al potenziale acquirente)...
Claudio
Ciò che dici è verissimo e ne abbiamo parlato in passato. In pratica le stampe a pigmenti su carte lucide, perdono moltissimo la profondità del nero con bassa illuminazione. Avvengono due cose strane: 1. Con bassa illuminazione le stampe a dyes su carta lucida presentano neri "apparenti" molto più profondi. Provate per credere, la differenza è notevole, direi molto grande. 2. Sempre con bassa illuminazione, le stampe a pigmenti su carta matte presentano neri apparenti molto più profondi. Anche qui provare per credere e in questo caso è DAVVERO sorprendente perchè le posizioni si invertono rispetto all'osservazione con luce forte! |
Gianluke |
Posted - 15/01/2013 : 15:55:04 Poi sono problemi suoi a valorizzarla e ad illuminarla correttamente. L'importante che lui la veda da te in condizioni corrette avvertendolo che andrebbe vista in determinate condizioni di illuminazione |
Maestrale |
Posted - 15/01/2013 : 14:51:15 Citazione: Postato da Gianluke Dovresti sempre esaminarle in interni a luce controllata D50 e determinati lux secondo la norma Iso.
Sì, ma indipendentemente da questo, chi compra una stampa per arredare un ambiente poi come deve illuminarla per valorizzarla come si deve? finché si è nel laboratorio dello stampatore o nella propria postazione rigorosamente a norma tutto è sotto controllo, ma poi?
Claudio
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Gianluke |
Posted - 15/01/2013 : 14:41:11 Dovresti sempre esaminarle in interni a luce controllata D50 e determinati lux secondo la norma Iso. |
Maestrale |
Posted - 15/01/2013 : 13:07:18 Scusate se m'inserisco con una domanda forse non perfettamente a tema, ma il titolo del topic sembra contenerla: non si parla spesso delle caratteristiche d'illuminazione dell'ambiente in cui la stampa andrà effettivamente esposta e vorrei capire come mediamente vi comportate nel preparare i files "master". Ho recentemente stampato su Hahnemuhle PhotoRag Baryta (la mia preferita) tutte le anteprime ProPhoto delle mie panoramiche, che mostrano eccellenti colori ed equilibrio (piuttosto fedeli al file) se viste alla luce solare diretta, ma si spengono e scuriscono poi clamorosamente in interni, anche se luminosi, quando non opportunamente illuminate. In sostanza: voi preparate le immagini in funzione dell'ambiente che le ospiterà (sacrificandone quindi la resa in luce solare diretta), oppure fate in modo che sia l'ambiente ad adattarsi alle stampe già buone, illuminandole a dovere? (nello specifico penso a quali consigli dovrei dare al potenziale acquirente)...
Claudio
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runtu |
Posted - 14/01/2013 : 20:04:03 Personalmente ho due grandi amori in casa Hahnemuhle, la Bamboo e la William Turner. Sono due carte diverse anche per il genere di soggetti da stampare sopra. La Bamboo è sicuramente indicata per il BN ma devo dire che alcune immagini che ho stampato a colori mi hanno soddisfatto di più che su altre carte. La William Turner è una strana carta, stupenda per tutto quello che riguarda la riproduzione d'Arte, disegni acquerelli oli ecc. sorprendente con alcune tipologie di immagini fotografiche a colori. Parlo di immagini rarefatte, con ampie zone di sfocato, perfetta sia per tonalità pastello che per colori decisi. Cambiano chiaramente anche le superfici di queste carte, liscia la Bamboo e molto più materica la W.T.
Imprescindibile da tutto è però un percorso di lavoro che preveda come minimo dei profili ICC personali su queste carte e la calibrazione del monitor. Se poi venisse aggiunta la possibilità di lavorare con una illuminazione ambiente a norma, sia per la visione a monitor che per l'osservazione delle stampe, si starebbe già ad un ottimo punto. Realizzare questo work-flow non è così dispendioso, almeno per quanto riguarda monitor e illuminazione. Per i profili qui sul Forum circola un signore molto bravo...
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli ....seconda grande passione:http://www.x-plane.it/index.php ....terzo grande vizio: http://www.maledettotoscano.it/ |
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