Ho conosciuto Luciano nel 1993 quando cominciavo a muovere i miei primi passi nel mondo della fotografia.
Mi ha colpito subito la sua gentilezza e disponibilità nel dare consigli per fare belle fotografie. E le sue sono davvero belle. Bitelli è un fotografo e un esploratore. E' innamorato dell'Amazzonia e di tutta l'America latina, tanto che con cadenza quasi annuale si reca in quei posti cercando i sentieri più inesplorati e i contatti più improbabili con le popolazioni autoctone. Dal punto di vista tecnico mi ha insegnato che per creare belle immagini, spesso non occorrono artifici particolari: quando deve portare a casa un buon lavoro parte con la sua fedele Pentax LX, prediligendo le ottiche fisse, e una buona pellicola; anzi, quella che per lui è la migliore, la Velvia. Il resto ce lo mette il suo occhio. Ci tiene a precisare quanto tutte le sue foto siano genuine e vere, essendo tutte rigorosamente diapositive. In queste 364 scansioni ho cercato di mantenere il più possibile questa fedeltà, anche se ho dovuto fare i conti con le limitazioni del monitor, che a volte non riesce a contenere tutti i colori della Velvia. In più, occorre considerare che il visitatore medio potrebbe non avere nemmeno un monitor calibrato, perdendosi tanto di questa genuinità. Tutte le immagini sono estratte da proiezioni in dissolvenza, sincronizzate con una colonna sonora, per cui, questa galleria è solo un piccolo assaggio di quello che sentireste al centro di una sala in cui viene proiettato un diaporama di Luciano Bitelli. Se vi capita l'occasione approfittatene e andate a vederne uno. Ci tenevo a presentare questa galleria, sia perchè ho sempre considerato molto alto il livello fotografico di Bitelli , ma anche perchè questo modo di fare reportage, che per tanti anni è stato l'unico modo di lavorare, ormai sta cominciando ad andare in controtendenza, vista la rivoluzione tecnologica che ha investito il mondo della fotografia. Abbiamo immagini originali, vere, genuine, contro quello che si può fare con tutta la tecnologia digitale. Riusciremo a mantenere questa purezza anche quando sparirà la pellicola? Speriamo.
Il curriculum fotografico di Luciano è davvero lungo:
Nel 1986 incomincia, nell'ambito dei Progetto Tropica, la sua collaborazione con l'Università di Bologna, con spedizioni in Mato Grosso - Brasile [1986], Orinoco superiore - Venezuela [1987], Oriente ecuadoriano [1988], Miniere di Muzo - Colombia [1990], Alto Solimòes - Brasile [1991], Itaquay superiore -Brasile [1994].
Nel 1995 realizza un reportage fotografico sull'ambiente naturale e gli animali del Parco Nazionale d'Abruzzo in Italia, documentando l'antichissimo rituale dei "Serpari" nel paese di Cocullo. A partire dal 1996 incomincia la sua collaborazione, ancora attiva, con la Missione Archeologica ed Antropoiogica italiana sulle Ande "Progetto Valle di Chacas" dell'Università di Bologna con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri dell'Italia. Nell'ambito di questa collaborazione Bitelli realizza reportage sui numerosi insediamenti precolombiani a oltre 4000 metri di altezza scoperti dalla spedizione. Dalla sua ricerca sul campo sono nate numerose pubblicazioni su giornali, riviste nazionali ed internazionali e servizi sulle reti Rai. È stata inoltre pubblicata una monografia sul suo lavoro in Amazzonia.
Il suo ultimo lavoro sul Perù è stato ospitato in una mostra nell'istituto Italiano di cultura di Lima e verrà esposto a breve (inizo 2006) nel Castello Sforzesco di Milano. E' da notare che è la prima volta che il Castello Sforzesco apre le porte ad un fotografo.
Alberto Maccaferri