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Con la versione di Camera Raw 4.5 e Lightroom 2, Adobe ha introdotto un nuovo tipo di profilo di fotocamera chiamato DNG Camera Profile e un modulo dedicato alla loro personalizzazione, il DNG Profile Editor. La combinazione dei due elementi offre possibilità prima impensabili.
Per fedeltà s’intende la capacità di un sistema di riprodurre un colore così come è nella realtà. La procedura per raggiungere quest’intento è partire con una serie di campioni di colore (Colorchecker 24 patch), si misurano i campioni con uno spettrofotometro, si passano i dati ad un software e questo calcola i valori di colore dei campioni in una data condizione di luce secondo un modello matematico (coordinate colorimetriche ideali).
Per lo scopo che mi sono prefissato, ho usato entrambe le tavole messe a disposizione dal modulo per i due illuminanti di riferimento, in modo da generare un profilo valido in tutte le condizioni d’illuminazione standard. In realtà oltre alle due tavole HSL 2.5D i nuovi profili DNG contengono anche una tavola HSL 3D che Adobe usa per i maquillage. Questi interventi non correggono solo la cromaticità dei colori (tinta + saturazione) ma operano delle modifiche sui colori veri e propri (tinta + saturazione + chiarezza), cioè interventi dipendenti anche dalla chiarezza di un colore, ma per ora questa tavola è accessibile solo ad Adobe.
Alla luce del DNG Profile Editor e della nuova politica Adobe ci si può chiedere: “Serve ancora la calibrazione?”. Questo è un punto critico.
Sono partito da un profilo “acqua e sapone” del vecchio tipo dove non erano ancora stati introdotti i citati maquillage, infatti il profilo ver. 4.4 usato è composto dalle sole matrici di caratterizzazione che avevano l’intento di ricostruire colorimetricamente la scena. 1. il profilo offrirà fedeltà in tutti i suoi settori (anche in quei settori che non sono stati presi in considerazione nelle tavole HSL). 2. il profilo manterrà la gradualità nei passaggi (smoothness).
Ho usato uno spettrofotometro X-rite Eye-One Pro per misurare il target, un Mini Colorchecker 24 patch, e Patch Tool di BabelColor per calcolare le coordinate colorimetriche ideali (D50) del target in Lab e RGB Prophoto. Con i valori RGB ho sostituito nello script di calibrazione i valori di colore generici del target. 2. il processo di calibrazione è sempre un processo di bilanciamento globale per cui i valori di colore personalizzati contano fino ad un certo punto 3. per validare il tipo di luce che illuminava il target al momento dello scatto si può benissimo usare il contagocce di white balance di ACR, basta fare clic sulla patch D2 e leggere il valore stimato di Temperatura che offre un grado di accuratezza sufficiente per questi lavori. 4. i margini di errore per le condizioni di luce sono discreti: per avvicinarsi a 5000K è sufficiente aspettare le ore centrali di una giornata di sole non invernale, l’importante è che l’atmosfera sia limpida; per lo scatto a 6500K c’è un discreto margine d’errore (400/500K), meno per quello a 2850K (100-150K), ma le normali lampade casalinghe ad incandescenza da 100W dovrebbero avvicinarsi a sufficienza. Alle volte sui cataloghi delle lampade si trovano i valori di temperatura in Kelvin.
Ho eseguito gli scatti del target seguendo le regole già descritte in un precedente articolo che riassumo:
Ho aperto il target a 5000K in ACR, ho impostato il tab Base tramite lo script e ho lasciato tutti gli altri cursori a zero.
Il profilo standard ver. 4.4 offre un errore medio deltaE 2000 di 2.4 e uno massimo di 5.7 localizzato nella patch Rosso.
Gli scostamenti HSB mostrano diversi errori di tinta che arrivano a superare i 10 gradi, una desaturazione generale con punte del 7%, errori minori e meno importanti nella luminosità.
Lo script di calibrazione è un programmino che apre in PS il target molte volte con diverse impostazioni dei cursori, misura di volta in volta i risultati di colore e cerca le posizioni dei cursori dove i valori di colore resi da ACR si avvicinano ai valori di colore ideali che gli sono stati forniti dall’utente. Lo script è stato usato in una configurazione per la correzione dell’errore “democratica”:
P.S.: lo screenshot è in versione Windows 7 perché ho fatto girare lo script su PS CS3 in ambiente virtualizzato; al momento del test infatti lo script non funzionava correttamente con PS CS4.
La finestra finale dello script di Tindemans mostra come i primari rosso e verde abbiano subito discreti interventi, in modo particolare il rosso ha subito correzioni sia nella tinta sia nella saturazione.
Visivamente si nota subito il miglioramento.
Gli scostamenti HSB confermano i miglioramenti visivi: l’errore massimo nella tinta è sceso a un terzo, da oltre 10° a 3.4°, la saturazione generale è stata recuperata e l’errore massimo dimezzato, gli errori nella luminosità erano piccoli e d’importanza minore. Per molte tinte questo non è un problema, lo diventa però quando il nostro cervello trova certi colori. Una tinta critica è la pelle chiara (A2, light skin) che è particolarmente coinvolta nel processo di calibrazione. Infatti il problema maggiore era il rosso ed i colori del suo dominio che dovevano recuperare oltre 7° positivi di tinta. Appartenendo a questo domino la pelle bianca è passata da una tinta corretta precalibrazione ad un valore di 3.4° negativi postcalibrazione, tra l’altro l’errore di tinta più alto. Questo vuol dire una lieve introduzione di magenta negli incarnati che può essere notata.
Nel DNG Profile Editor, ho aperto le due immagini del target ripreso a 2850K e a 6500K preventivamente convertite in formato DNG e in Color Tables ho selezionato il profilo “acqua e sapone”.
Nel tab Color Matrices ho riportato i valori letti nella finestra finale dello script. Le due immagini hanno riflesso subito l’intervento.
Nel tab Chart ho selezionato lo scatto a 2850K e ho posizionato i quattro riferimenti sulle relative patch.
Ho selezionato la tavola HSL corretta e cliccato su Create Color Table.
Ho seguito la stessa procedura con il target a 6500K.
La tabella sotto riporta gli interventi calcolati da Chart.
Le correzioni sono contenute. Nelle colonne Tinta si raggiunge il picco di correzione proprio sulla patch pelle chiara come ci si poteva aspettare con un +6 a 2850K (questa è una tabella difficile) e ancora meno a 6500K. Anche la saturazione non va molto lontano con un massimo di 9 punti a 2850K e un massimo di soli 5 punti nell'altra. Questo risultato mi fa pensare sia alla correttezza dei miei scatti del target a 2850K e 6500K, sia alla calibrazione la quale ha sistemato le patch molto vicine ai valori di colore ideali, sia che i miei valori personalizzati del target e quelli di Adobe non sono poi molto distanti. A questo punto ho esportato nella cartella dei profili di fotocamera di ACR il nuovo profilo così calcolato.
Ho aperto l’immagine del target in ACR e nel tab Calibrazione Fotocamera ho scelto il nuovo profilo azzerando tutti i campi.
L’errore medio e massimo sono leggermente peggiorati.
Alcune patch sono migliorate, alcune sono leggermente peggiorate probabilmente per i valori generici del target. La tinta della patch pelle bianca è stata corretta a discapito di quella nera che risulta l’errore di tinta e saturazione peggiore.
Dato che ho i valori di colore precisi letti dallo spettrofotometro ho provato a intervenire sulla tavola di mio interesse, la daylight a 6500K, valutando gli effetti sul target a 5000K (esportando un nuovo profilo). Ho notato che interventi anche piccoli si riflettono immediatamente sul Colorchecker ripreso a 5000K, segno che ACR considera queste due condizioni di luce vicinissime. Come detto, l’errore della pelle bianca è stato corretto a discapito della pelle nera. Qui viene a galla il limite di questa nuova soluzione che ho già citato: gli interventi delle tavole non si basano sui valori di colore dei campioni, ma sulla loro cromaticità, che è il colore a meno della luminanza. Questo significa che patch visivamente molto diverse, tipo la pelle bianca e nera, vengono considerate dal modulo vicinissime in quanto le due patch si differenziano principalmente per la luminanza. Ne consegue che l’intervento su un campione si riflette sull’altro e qui si possono provocare inconsapevolmente dei danni da sovra correzione se andassimo a cercare la precisione assoluta, soprattutto quando due patch vicine hanno bisogno di interventi opposti come in questo caso. E questo non solo nelle tinte, ma anche nella saturazione; si vede infatti che una patch ha bisogno di saturazione mentre l’altra di desaturazione, quindi dovremmo intervenire spostando quella esterna verso l’interno, e quella interna verso l’esterno. Ma questo comporterebbe una sempre più spinta compressione della zona con possibilità di introdurre fenomeni di posterizzazione nelle immagini. Per questo è meglio limitare gli interventi su patch così vicine (anche perché siamo già a livelli di errore eccellenti tenendo in considerazioni le tolleranze del sistema visivo umano). Il grafico sotto mostra la zona d’influenza della patch pelle nera che coinvolge la pella bianca (disattivata per lo scopo).
Ho iniziato intervenendo sui cursori di tinta e poi sono passato a quelli di saturazione. Dopo alcuni passaggi mi sono fermato.
L’errore medio è arrivato a 0.7 e quello massimo a 1.3.
Tutte le tinte rientrano nel grado, ottime tutte le saturazioni (a parte un paio dove non ho voluto forzare l’intervento) e buone le luminosità (DeLK <1). Sotto gli interventi da Chart e manuali.
Su tante patch ho diminuito gli interventi calcolati da Chart per avvicinarmi ai valori di colore ideali (vedi le medie), per le patch pelle bianca e nera ho cercato un compromesso. Numerosi punti ora sono a zero e questo mi conferma ulteriormente la validità del lavoro della calibrazione che ha corretto con efficacia gli errori ed evitato l’uso delle tavole. Comunque, rispetto alle impostazioni calcolate da Chart, ho variato la tinta e la saturazione solo di pochi punti (H max 3, S max 4), prova ulteriore che i valori di colore in possesso di Adobe non sono così lontani dai miei.
Il DNG Profile Editor, dopo i cursori di calibrazione, segna un’altra tappa importante nella personalizzazione dei profili di fotocamera e offre numerose opportunità. Nel mio caso, ha permesso di raggiungere livelli di fedeltà notevoli, ma secondo me ha ancora delle limitazioni:
Non ultimo non condivido la scelta di Adobe di mandare in pensione gli script di calibrazione a favore del nuovo arrivato in quanto sono due cose diverse che andrebbero usate in sinergia per evitare spiacevoli conseguenze. Anche perché con l’uso degli script la calibrazione non è più complicata dell’uso del DNG Profile Editor, richiede solo un po’ più di tempo al computer per i suoi calcoli. Buone prove !! APPENDICE Per comparazione ho verificato la fedeltà offerta dal raw converter proprietario di casa Canon. DPP propone cinque profili che ho testato con lo stesso criterio usato per ACR: in DPP ho impostato il WB e la chiarezza dei grigi, poi, trasferito il tiff in PS, ho analizzato tramite lo script come sono state rese le patch comparandole con i valori di colore ideali. I cinque profili di fotocamera in realtà sono dei Picture Style, cioè dei profili nei quali Canon ha introdotto dei maquillage con l’intento di ottimizzarli per gli usi che sono richiamati direttamente dai loro nomi. Il Picture Style chiamato Immagine Fedele non lascia dubbi sulle intenzioni di Canon quando ha creato questo profilo che, come dice il nome, punta alla fedeltà e alla ricostruzione colorimetrica della scena. Infatti, osservando l’errore medio espresso in deltaE 2000, questo è il profilo che più avvicina le patch ai valori di colore ideali. La performance assoluta però con un errore medio di 3,8 e uno massimo di 8,4 è vicina ad altri Picture Style e inferiore anche al profilo generico ACR 4.4. Se osserviamo le singole colonne HSB si nota che a valori corretti si alternano errori abbastanza alti. Nella tinta si notano diversi errori fino a 9°, desaturazioni che arrivano fino al 10%, ma soprattutto ci sono varie patch con una luminosità eccessiva che arriva a superare il 10%. La pelle chiara nel Picture Style Immagine Fedele mostra un errore di tinta di 4 gradi negativi, mentre se osserviamo il Picture Style dedicato ai ritratti l'errore di tinta sale addirittura a 9° negativi. Qui ho messo a disposizione le immagini RAW originali che ho utilizzato per creare i profili con illuminanti A, D65 e D50.
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