Digital Photo Editing
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Introduzione
Per chi scatta fotografie in RAW (come noi) il photo editing o post elaborazione, che dir si voglia, è indispensabile non solo per la gestione ed il controllo di parametri fotografici quali contrasto, luminosità, tonalità, saturazione, ma anche per dare forma e sostanza alla propria creatività artistica.
Con le enormi potenzialità offerte oggi dagli strumenti in commercio (Photoshop, Paint Shop Pro, Gimp, …), ormai la gestione dei classici parametri fotografici si fonde con l’aspetto creativo e diventa sempre più complicato distinguere dove finisce il primo e dove inizia il secondo: un semplice strumento come una curva di aggiustamento permette allo stesso tempo di regolare “banalmente” il contrasto generale di una fotografia oppure “meno banalmente” di riprodurre il cross-processing dal C-6 all’E-41 (e viceversa).
Ecco allora che risulta indispensabile conoscere a fondo gli strumenti di Photo-editing per poterli “manovrare” a proprio piacimento e far sì che ci aiutino ad ottenere i risultati che si sono pre-visualizzati in fase di scatto oppure per realizzare quello che si ha in mente.
Lo scopo di questo articolo è quello di mostrare le potenzialità degli strumenti di photo-editing attraverso l’esempio concreto di fotografie che abbiamo scattato in RAW e che sono state elaborate secondo le nostre conoscenze ed i nostri gusti fotografici.
Prima di iniziare una piccola premessa: tutte le elaborazioni che applichiamo alle nostre foto sono frutto di studi, di sperimentazioni personali e di ricerche; consistono nell’applicazione sia di tecniche semplici sia di altre più complesse, ma che non sono altro che una sequenza sistematica e armoniosa delle prime.
In generale
Iniziamo con l’analizzare questo scatto: in alto il RAW e successivamente la foto elaborata.
In questo caso la foto è stata enfatizzata attraverso vari passaggi:
- un aumento del contrasto generale (si è simulato l’effetto della pellicola Velvia;
- un aumento del contrasto localizzato su piccolissime porzioni di immagine (colpi di luce e di ombra);
- un aumento della saturazione generale;
- un controllo selettivo dei colori per regolare la percentuale di specifici colori negli stessi;
- una maschera di contrasto.
Il tutto adeguatamente fuso tra i vari livelli di elaborazione.
In tutti questi passaggi risultano fondamentali anche le maschere di livello che permettono di scegliere dove e con quale entità l’elaborazione deve avere effetto.
Spesso si ha l’impressione che i RAW prodotti siano “spenti” e “piatti”, ma in realtà le informazioni di tonalità e profondità sono tutte presenti nei singoli pixel e vanno solo “tirate fuori” attraverso il photo editing.
Ecco di seguito un altro esempio: sempre prima il RAW e poi la foto finale.
Nel caso specifico sono stati utilizzati molto i metodi di fusione che permettono di enfatizzare alcune tonalità soprattutto se si pensa che possono essere applicati singolarmente anche a un singolo canali di colore RGB.
Non mancano ovviamente dei colpi di luce e ombra J.
Con un pizzico d’orgoglio, concludiamo questo settore inserendo anche la nostra foto “punta di diamante” che ci ha permesso di vincere il Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica nel 2005.
In questo caso, oltre agli usuali aggiustamenti che sono applicati su ogni RAW, abbiamo scurito e contrastato in modo selettivo la foto attraverso delle maschere di livello: in questo modo sono state esaltate le rughe del pachiderma.
Inseriamo qui di seguito altri esempi di foto prima e dopo la lavorazione.
Il bianco e nero
Con specifiche tecniche di photo editing si possono trasformare i nostri scatti in bianco e nero: in realtà esistono tantissimi metodi per trasformare una foto a colori in bianco e nero e ogni fotografo può senz’altro trovare quello che più si addice ai propri gusti oppure, come spesso capita a noi, applicare una specifica tecnica a seconda della pre-visualizzazione.
Di seguito vi proponiamo alcuni esempi.
La prima il RAW e poi la stessa in un bianco e nero molto contrastato che rende il cielo molto scuro e le nuvole adeguatamente bianche (una tecnica che richiama lo stile del maestro Ansel Adams).
Identica elaborazione per la foto seguente:
In questo caso è evidente il lavoro fatto sulla parte sinistra in basso della foto che ha permesso di estrapolare le tonalità basse ottenute in fase di scatto.
Sia nelle foto a colori ma soprattutto in quelle bianco e nero bisogna porre la massima attenzione a non “bruciare” le alte luci, sia in fase di scatto che durante l’elaborazione: nel primo caso è fondamentale esporre in modo che l’istogramma sia spostato tutto a destra senza oltrepassare la capacità limite del sensore, mentre in fase di elaborazione bisogna sempre stare attenti perché molti strumenti tendono ad aumentare la tonalità delle alte luci (ovviamente sono da escludere le scelte creative :-).
Di seguito un altro RAW e il relativo file elaborato: in questa caso, data la natura del particolare soggetto si è scelto un bianco e nero soft, quasi onirico, utilizzando una maschera di livello che lascia a colori una porzione di foto.
Non poteva di certo mancare l’effetto seppiato anch’esso facilmente riproducibile:
Di seguito altri esempi di immagini convertite in B/N.
L’elaborazione creativa
Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, il photo editing permette anche di esprimere pienamente la propria creatività artistica trasformando i propri scatti in quadri, cartoni animati o altro.
Di seguito alcuni esempi che chiariscono il concetto :-).
In questo caso si è elaborata la foto in modo da renderla simile ad un quadro realizzato da Andy Warhol.
Ci teniamo a sottolineare che non si tratta dell’applicazione di un semplice filtro dei programmi di fotoritocco ma dietro a questa elaborazione ci sono fondamentalmente i seguenti passi:
- desaturazione della foto;
- restringere le tonalità di grigio ad un massimo di 4 o 5 valori;
- elaborazione dei particolari attraverso una vera e propria pittura con lo strumento pennello;
- selezione selettiva delle tonalità di grigio e relativa colorazione.
Altri esempi di Warhol:
A seguire un'altra elaborazione basata sulle opere di Roy Lichtenstein: anche in questo caso non è stato applicato alcun filtro o passaggi automatizzati, bensì l'uso del pen-tool per creare i tratti del disegno e il pennello per colorare le parti.
Nella foto seguente (a sinistra), invece, abbiamo eliminato gran parte dei contenuti attraverso lo strumento gomma (a diverse opacità) e ciò ha permesso di isolare solo il particolare della bocca. Utilizzando la stessa tecnica su più foto scattate ad hoc, ci ha permesso di ottenere il quadro a destra, identificabile forse come una particolare forma di pop-art.
Infine portiamo l’esempio di una foto che abbiamo trasformato in una sorta di cartone animato con l’aiuto di strumenti di elaborazione che non fanno altro che esaltare il contrasto nei mezzi toni e di lavorare sulle ombre e sulle luci.
Beauty retouching
Per concludere l’articolo analizzeremo anche il beauty retouching, un settore del photo editing molto utilizzato anche commercialmente e che presenta delle potenzialità impressionanti.
Forse non ci crederete ma con i normali software di photo editing è possibile eliminare imperfezioni della pelle, inarcare le sopracciglia, truccare (ombretto, matita, rossetto, …), ringiovanire la pelle, eliminare le rughe, sbiancare i denti, fare la tinta dei capelli e molte altre cose (esistono decine di pubblicazioni in proposito).
Di seguito l’esempio di un’elaborazione che abbiamo effettuato (ci teniamo a precisare che in questo caso abbiamo effettuato solo l’editing fotografico ma non abbiamo realizzato gli scatti).
Nella foto seguente è evidente anche la “rinfrescata” al trucco della “modella” .
Per chi avesse piacere di vedere altre foto può visitare la nostra galleria su questo sito oppure su www.attimidiluce.com
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