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I N I Z I O    T O P I C
Luca Vecoli Posted - 26/04/2014 : 15:13:15
Mi ha detto il laboratorio che le grandi stampanti moderne necessitano di soli 150 dpi per la stampa, così che con una foto a 300 dpi se ne ottiene una il doppio di dimensioni per cui non fa senso erchiviare grossi files. È vero?
19   U L T I M E    R I S P O S T E    (Le più recenti in alto)
Luca Vecoli Posted - 29/04/2014 : 19:37:17
Boh! volevo dire che prima mi interesso alla fotografia e poi alla sua realizzazione e se mi capita di dover decidere se farla a 150 o 300 dpi mi piacerebbe capire bene cosa comporta questa scelta, anche perché io non ero andato al laboratorio per fare degli esperimenti ma per stampare una foto come di consueto e l'affermazione del laboratorio mi ha lasciato un po interdetto e quindi chiedevo consiglio. Poi son testone lo so!
AlbertoM Posted - 29/04/2014 : 13:44:11
Allora perchè hai fatto la domanda se già conoscevi la risposta?

AlbertoM
Luca Vecoli Posted - 29/04/2014 : 11:57:14
Concordo con questo ultimo post di andre_ ma io sono più radicale. Ad esempio una fotografia che non mi dice nulla la cestino e basta. Non ci sto nemmeno a perdere tempo e mi sa perfino fatica pensare come migliorarla, questo per me è fotograficamente parlando un falso approccio che genera cieli da fine del mondo in ogni fotografia da cestinare: il web e i circoli fotografici pullulano di fotografie di questo tipo. Ho visto per contro, lavori concettuali a 72 dpi che erano convincenti perché sapevano spiegarmi la ragione dell'operazione.

andre_ Posted - 28/04/2014 : 23:15:14
Citazione:
Postato da AlbertoM

Anche per me una stampa di grande formato è bella anche da vicino

In particolare nei paesaggi: all'inizio te la guardi da una certa distanza per "comprendere" la foto, poi ti avvicini per assaporarti i dettagli, sempre che ci siano....


Questo secondo me é un danno che ha fatto il digitale…
Nel senso che ha fatto perdere la "dimensione fotografia" a favore del dettaglio estremo.

Personalmente considero due oggetti completamente differenti la fotografia e la pano dal massimo dettaglio (qualsiasi sia il soggetto, uso il termine "pano" perché spesso l'immagine é combinazione di molte foto diverse).

La prima va gustata nella sua interezza, alla giusta distanza e quale che sia il soggetto.
La seconda é fatta per "immergersi" e guardare ogniminimo dettaglio (spesso a scapito dell'impatto genrale).

Sono due generi differenti, il secondo di fatto nato insieme al digitale.
Ma a mio parere troppo spesso li si confonde.
a_

P.S, No una stampa da grande formato non é per nulla equivalente ad un blandingo di trenta foto digitali.
Gli obbiettivi da GF risolvono un decimo delle lenti da FF, anche su Velvia o Kodak Repro.

P.P.S. Sempre opnioni personali, le mie…
So che c'é chi apprezza i minimi dettagli "fin dal tempo delle pellicole".
Semplicemente non é il mio caso, e non voglio certo dire che é il modo di pensare migliore che ci sia.


www.justnuances.com
mxa Posted - 28/04/2014 : 20:39:00
Io mando in stampa normalmente a 360ppi, ma se necessario - usando OnOne Software - ricampiono fino a 250ppi su stampe di una qualche dimensione (minimo 60x90). Ho fatto parecchi esperimenti e francamente non noto differenze, se la distanza di visione e' quella tipica da galleria.

Comunque l'unica come dice Alberto e' che ognuno faccia le sue prove, c'e' troppa soggettivita' in ballo.



Marco
www.12tonephotography.com

Two possibilities exist: either we are alone in the Universe or we are not. Both are equally terrifying" - Arthur C. Clarke

AlbertoM Posted - 28/04/2014 : 19:02:01
Fatti dire che stampante usano, così almeno sappiamo qual è la risoluzione di stampa nativa


Poi prova tu stesso, fai stampare 2 immagini a 2 differenti risoluzione e confrontale
Nel tuo caso c'è di mezzo pure la scansione, per cui c'è l'incognita ulteriore dell'effettiva risoluzione che consegni allo stampatore: se fai una scansione per 300DPI non è detto che ci siano davvero dettagli così fini nel tuo file

AlbertoM
Luca Vecoli Posted - 28/04/2014 : 18:37:07
@Alberto: io avevo in mente le scansioni da negativo in quanto bisogna decidere in fase di scansione quale grandezza e risoluzione adottare per avere un file da poter ricampionare per l'evenienza. Dopo tutta questa discussione non ho ancora capito quanto si perde a stampare a 150 dpi rispetto a 300 dpi
bert Posted - 28/04/2014 : 13:15:24
Rispondo a Mxa, il cui apprezzamento mi lusinga.
Per conto mio, la qualità di stampa di una stampante da tavolo A4 non ha niente da invidiare, sul pano della risoluzione, alle stampanti più grandi od ai plotter. Certo che se uno ha sotto mano la stampante con la quale farà la stampa definitiva è meglio che usi quella per le prove. Io mi riferivo soprattutto a chi affida i lavori più impegnativi a laboratiri esterni e vuole farsi preventivamente un'idea del risultato ottenibile.
Umberto
mxa Posted - 28/04/2014 : 07:59:20
Citazione:
Postato da bert

Certe volte mi pare di avere idee chiare, confortate da esperienza di lavoro. Poi leggo .....





Un sommario scritto benissimo. Il maggior complimento che posso fare e' che l'ho capito pure io. Ho apprezzato molto anche la parte finale, dove si parla di stampare sotto ai 300ppi a seconda del formato. A leggere certi forum sembra che qualunque cosa appendi al muro - inclusi panorami dimensioni della Cappella Sistina - deve essere stampata a 300ppi altrimenti sei uno che se ne frega della qualita'.....

Una domanda pero' mi rimane, quando parli di esperimenti ppi-dpi: non andrebbero fatti con la stampante definitiva? Se li fai sulla stampantina Epson XYZ in formato A4 il risultato migliore non e' necessariamente trasportabile alla stampante Canon TTT in formato A2, giusto? Dimmi che ho ragione o che ho capito male altrimenti entro in panico ....


Marco
www.12tonephotography.com

Two possibilities exist: either we are alone in the Universe or we are not. Both are equally terrifying" - Arthur C. Clarke

Michele Volpicella Posted - 27/04/2014 : 21:27:01
Concordo su tutto. Unica cosa: nota che ormai si usa dpi anche per significare ppi, come fanno gli stessi Canon e Epson nel loro materiale, quindi si rischia confusione, ma basta saperlo.



Stampatore Fine Art
www.slowprint.it
bert Posted - 27/04/2014 : 15:54:38
Certe volte mi pare di avere idee chiare, confortate da esperienza di lavoro. Poi leggo autorevoli interventi di persone tecnicamente molto più competenti di me, e mi tornano i dubbi. Permettetemi qui di esprimere le mie opinioni, chiedendovi la cortesia di dirmi se sono corrette o no.

Distinzione tra DPI e PPI.
Per me, DPI significa dot per inch, punti per pollice, ed esprime la risoluzione fisica della stampante, cioè il numero delle gocce d’inchiostro depositate su un pollice quadrato di carta. E’ forse più corretto parlare di frequenza di retino perché su uno stesso punto possono essere depositate più gocce. Un basso numero di DPI esprime un retino grossolano (tipo giornale quotidiano, per capirci), mentre un numero elevato produce stampe di qualità crescente. I DPI sono caratterizzati anche dalla loro dimensione, che è determinata dalla quantità di inchiostro rilasciata per ogni punto, che è espressa in picolitri. Più piccoli sono i dot, più sarà possibile aumentare la fittezza o frequenza di retino, a favore di una migliore qualità di stampa. La frequenza di retino (DPI) può essere scelta dallo stampatore, mentre la misura del punto (in picolitri) dipende dalla struttura fisica della stampante. A parità di altre condizioni, le carte ad alta risoluzione – tipo le lucide di alta qualità – metteranno in evidenza i limiti qualitativi di un basso livello di DPI. Un basso numero di DPI consentirà, per contro, più elevate velocità di stampa. Si può anche notare che un elevato numero di DPI può influire positivamente sulla densità delle tinte, soprattutto del nero.

PPI sono invece pixel per pollice, ed esprimono la densità dell’immagine digitale. Al momento della ripresa, corrispondono ai pixel del sensore per cui, nel caso di un formato APS C (23,6 x 15,7 mm) con una risoluzione di 16 megapixel, avremo una densità di 2081,3 pixel per cm2, ossia 5286,6 per pollice quadrato (accidenti ai pollici!!!). Stampando un’immagine ingrandita di dieci volte, la densità dei pixel verrà diluita in proporzione ed avremo una stampa di 23,5 per 15,7 cm con una densità di 528 PPI. Prendendo per buono il principio per cui la densità in pixel per osservare da vicino una stampa senza notare la quadrettatura dei pixel è di 300 PPI, si può dire che il formato massimo cui si può arrivare è di 41,6 x 27,6 cm; per andare oltre, o si accetta una minore densità di pixel, o si ricorre all’interpolazione, che nasconde la quadrettatura ma, non potendo aggiungere all’immagine i particolari che non ci sono, tende ad introdurre una progressiva perdita di nitidezza in funzione dell’aumentare delle dimensioni di stampa, tuttavia compensabile dalla maggiore distanza di osservazione.

Si pone poi il problema del rapporto tra PPI e DPI. Se si volesse riprodurre la realtà in maniera assolutamente fedele, si dovrebbe poter contare su un numero infinito di PPI e DPI. Bisogna accontentarsi (a proposito di realtà e rappresentazione…). Se si volesse avere una stampa di un metro per un metro e mezzo, a 300 PPI, si dovrebbe partire da un sensore di circa 200 mega. Stampe di un metro per uno e mezzo se ne vedono tante (e tante se ne vedono anche di misure ben maggiori, basta pensare a quelle che appiccicano sulle impalcature dei cantieri), sensori da 200 mega, un po’ meno. E’ chiaro che bisogna accettare dei compromessi tra qualità e praticità. Se si vuole realizzare una gigantografia che consenta di scoprire particolari visibili solo da vicino, magari con l’aiuto di una lente, bisogna ricorrere allo stitching ed accettare poi i lunghi tempi di elaborazione necessari per file così pesanti. Anche a me, come ad Alberto, piacerebbe realizzare stampe che mostrino sempre più particolari a mano a mano che ti avvicini, come nella logica dei frattali; ma non sono capace e faccio dell’altro.

Va notato anche che le stampanti hanno un software che ricampiona le immagini per adattarle ai loro parametri, specifici per tipo e marca: Epson, mi pare 720 PPI per le stampanti da scrivania , il mio plotter HP 130 ne fa 600. Si sostiene che questi ricampionamenti effettuati dalla stampante siano un po’ grossolani e si consiglia di effettuarli con programma tipo Photoshop prima dell’invio per la stampa, applicando eventualmente dei sottomultipli C’è un programmino distribuito gratuitamente sul web che fornisce questi dati ma, in questo momento, non riesco a rintracciarlo. Immagino che qualcun altro sia in grado di farlo. Per concludere, credo di poter dire che stampando con molti DPI un'immagine con pochi PPI tenderò a vedere i quadrettini dei pixel, mentre stampando una immagine con molti PPI e pochi DPI vedrò i puntini (retino) di stampa.

Venendo al pratico, posso portare la mia esperienza, che si limita a stampe del formato massimo di 60 x 90 cm (magari montate in trittico, sino a formare un 180 x 90). Imposto sempre la qualità di stampa (DPI) migliore disponibile in funzione del tipo di carta (soprattutto per non perdere sulla saturazione dei colori e la profondità dei neri) e porto le immagini alla densità di 300 PPI per stampe sino al 33 x48, via via calando per i formati superiori, sino ai 150 PPI per il 60 x 90, massimo consentito dalla mia attrezzatura.
Alla fine, più che tanti discorsi, contano le preferenze personali e la disponibilità a sperimentare: basta creare a monitor delle immagine delle dimensioni volute e poi stamparne delle porzioni, anche con una stampantina A4, variando PPI e DPI, fino ad ottenere il compromesso migliore.

L’ho fatta troppo lunga, probabilmente ho detto delle cose sbagliate; in ogni caso mi scuso di aver riversato sugli amici del forum la noia di una domenica piovosa.

Umberto

AlbertoM Posted - 27/04/2014 : 00:58:09
Anche per me una stampa di grande formato è bella anche da vicino

In particolare nei paesaggi: all'inizio te la guardi da una certa distanza per "comprendere" la foto, poi ti avvicini per assaporarti i dettagli, sempre che ci siano....

AlbertoM
Michele Volpicella Posted - 26/04/2014 : 20:55:19
Credo che non sia così perchè parlano di 150ppi solo sopra il formato A2 e la risoluzione di una stampante non dipende dal formato. Inoltre non conosco stampanti di alta qualità che siano limitate a 150 ppi. A meno che non parliamo di plotter per banner e billboards ma lì è un'altra storia.
Secondo me è proprio un errore concettuale. Il fatto che una foto "grande" andrebbe vista a una distanza maggiore di una piccola, non toglie nulla al fatto che se io scelgo di vederla da vicino vedrò maggiori dettagli se è stampata a 300 ppi piuttosto che a 150 ppi.



Stampatore Fine Art
www.slowprint.it
AlbertoM Posted - 26/04/2014 : 20:04:36
Non ho capito, parli di archiviazione per il futuro o di preparazione dei files per una determinata stampante?

Per l'archiviazione per me conviene tenersi la risoluzione originale, per quanto riguarda la preparazione dei files per una particolare stampante, allora è meglio riportarsi alla risoluzione della macchina da stampa
Se la stampante del tuo laboratorio ha una risoluzione nativa di 150DPI allora usa quella, è inutile dargli i files a 300DPI

Per quanto riguarda la qualità visiva sulla stampa, da 150DPI a 300DPI la differenza c'è se guardi da vicino, se guardi da lontano no
Parlo di risoluzione effettiva del file, non di un file ricampionato, per il quale la differenza è meno visibile (ovviamente dipende da quanto ricampioni)


AlbertoM
Michele Volpicella Posted - 26/04/2014 : 19:38:46
Consiglio: cambia subito laboratorio. E di corsa! Quelli non hanno ancora capito cosa sono i dpi...



Stampatore Fine Art
www.slowprint.it
massimiliano Posted - 26/04/2014 : 19:34:22
Ma di quali stampanti parli? Perché per quel che ne so io i plotter epson e canon lavorano sempre a 360 e 300 dpi, un file a minor dpi verrebbe ricampionato dal driver.
Luca Vecoli Posted - 26/04/2014 : 19:19:39
Alberto: mi dicono che sopra l'A2 bastano 150 dpi per avere la qualità massima di stampa.
andre_ Posted - 26/04/2014 : 17:45:08
Citazione:
Postato da AlbertoM
Le immagini secondo me vanno archiviate nelle dimensioni originali, nè più nè meno
...


La penso nello stesso modo.
Qualunque sia lo sviluppo, l'eventuale lavorazione in Photoshop e tutto il resto, per l'archivio metto la foto nelle dimensioni del sensore che l'ha ripresa (o dello scanner per la pellicola).

Se il lavoro sta solo in Lightroom (Capture One, Raw Therapee, Aperture, tutti gli altri software di sviluppo….) io tendo a mettere in archivio esclusivamente il RAW ed il suo file sidecar XMP con lo sviluppo fatto.
Lo stesso se il passaggio in PHotoshop é stato molto limitato (faccio prima a rifarlo - magari in maniera migliore - che a sprecare spazio).

Per lavori piú pesanti salvo il PSD in 16bit (non ho mai bisogno del formato per gigafiles).

Ma in qualsiasi caso il resize e tutto quello che viene dopo non viene salvato, ma rifatto stampa per stampa.

In questo modo non solo ho la qualitá migliore per i vari formati delle stampe che eventualmente faccio di volta in volta, ma in ogni caso non perdo mai informazioni (visto che la massima informazione é giá nel file originale, "dopo" non si puó piú crearne).
a_


www.justnuances.com
AlbertoM Posted - 26/04/2014 : 16:36:33
Ma se sono "grandi" significa che stampano in grande, per cui dipende da quanto grande sarà la tua stampa, no?

Le immagini secondo me vanno archiviate nelle dimensioni originali, nè più nè meno
Se poi ti servono stampe piccole è inutile che usi un dorso da 60Mpix....

AlbertoM

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